Riceviamo e pubblichiamo
Lettera Pubblica al Sindaco di Lamezia
Egregio Sindaco
Ci consenta questo intervento, per il quale, gradiremmo avere risposte e non il solito silenzio con cui, la sua amministrazione, ha il malvezzo di coprire errori e manchevolezze del sociale e di tutta la zona che compone l’hinterland cittadino. Ci riferiamo alla preoccupante caduta del nostro patrimonio marino, alcune zone del litorale sono state dichiarate pericolose e messe sotto divieto di balneazione, non dimentichiamoci che sia il mare e sia la spiaggia sono dei componenti specifici del collettivo geografico, un tassello importante di Lamezia Terme. Ormai è un fatto drammaticamente reale quello per cui le nostre acque non solo sono una cloaca a cielo aperto ma anche un deposito di veleni, dove galleggia una miscela chimica di diossine e policrorurobifenili, riversate, come scarico, da un vecchio trasformatore di quella certa fabbrica fantasma, (leggesi SIR) che ai bei tempi delle spensierate scelleratezze regionali e di territorio,doveva dare vita alla catena di un grosso centro industriale, in perfetto funzionamento, con l’avvio di un sito di questa categoria, fatto che invece, è finito come tante altre cose, ad essere non solo una cattedrale nel deserto, piena di croci arrugginite e, cosa ancora più grave, un deposito di scorie altamente dannose, un danno ecologico e ambientale talmente vasto da poterlo definire una condanna a morte di tutta la geografia della zona. Su questa situazione d’inquinamento e sulle sue risultanze catastrofiche,vorremmo veramente esserci sbagliati scoprendo che, alla fine, tutto è solo fumo, ma ci si consenta di essere cinicamente scettici, sulle tartaglianti dichiarazioni dei vari personaggi di questa brutta commedia, asserenti che quel materiale non è nocivo per l’essere umano, ce lo dimostrino con dati e documentazioni scientifiche, redatte non dai soliti qualunquisti della politica, ma da un equipe di medici con esperienza e capacità, solo così saremo quasi convinti della serietà delle affermazioni. L’allarme lanciato lo scorso anno, sulle condizioni del mare lametino, trasformato in una brodaglia di residui chimici, aveva fatto nascere una logica preoccupazione, tra coloro che, nel periodo estivo, utilizzavano la zona per la stagione balneare. Alla denunzia pubblica del 2013, ha fatto seguito il solito silenzio delle autorità cittadine, in altre faccende affaccendate. Un silenzio rotto, ultimamente, dalla pubblicazione dell’ordinanza del prefetto con il divieto di balneazione. La conclusione di una storia deformante su cui la politica ha le sue responsabilità per non avere saputo garantire il cittadino e non avere messo in essere ogni possibile azione per tutelarne la salute al futuro. Come esponenti di partito,pretendiamo la verità sull’inquinamento e sulla reale situazione della palude dell’Ex-SIR. Sapere con certezza quali danni può portare all’ambiente? Quali pericoli corre l’essere umano? Se esiste il fantasma dell’effetto tumorale per coloro che hanno utilizzato e utilizzano la zona durante il periodo estivo? Amaramente ci chiediamo cosa ha fatto di male questa nostra povera e martoriata città per essere trattata in questo modo? Quali colpe deve espiare? Lo vorremmo sapere come coscienza collettiva. Concludiamo ribadendo, come Movimento Sociale – Fiamma Tricolore di Lamezia, che censuriamo e critichiamo pesantemente i comportamenti esistenti, invitiamo, sollecitamente, ad uscire dall’immobilismo, per prendere una posizione concreta capace di risolvere il dissesto di cui oggetto il litorale Lametino,per salvare almeno il salvabile.
Giuseppe Di Cello – Gianfranco Turino
Segreteria cittadina – Movimento Sociale – Fiamma tricolore
Sezione Giorgio Almirante