Al Presidente del Consiglio dei Ministri
dott. Matteo Renzi
Al Presidente della Regione Calabria
On. Mario Oliverio
Illustrissimi Presidenti,
con la presente volevo porre l’attenzione sull’operato della Pubblica Amministrazione Calabrese ritenuta, senza giri di parole, veramente mediocre dal recente studio “Measuring Institutional Quality in Italy” condotto e pubblicato dall’autorevole Svimez.
In qualità di Amministratore e soprattutto di cittadino, utente di tali servizi, sento il dovere di fare una riflessione in merito alle ataviche problematiche riguardanti un settore che, più di tutti, dovrebbe essere funzionale, veloce, efficiente, moderno, e perfettamente integrato nel quadro di quella che oggi gli addetti ai lavori chiamano “rivoluzione istituzionale partecipativa e collaborativa.
Ebbene, il lavoro svolto dalla Svimez è sicuramente accurato e rigoroso, ma non credo sia necessario attendere i risultati di tali indagini per constatare tali negligenze che sono sotto gli occhi di tutti: dei semplici cittadini, degli imprenditori, dei liberi professionisti e soprattutto degli amministratori che però devono fare molta attenzione a non farlo trasparire in quanto rischiano di non poter contare sul voto di un bacino importante per la loro “carriera politica”.
Per fortuna, però, esiste anche la coscienza di qualcuno che sarebbe più felice di avere a disposizione Responsabili organizzativi e procedurali capaci di dare corso alle direttive impartite, che non pensare a meri personalismi diretti a conquistare, a discapito della comunità, una carriera fatta di mutismo e compromessi!
In effetti, a parer di molti, sta maggiormente nelle figure sopracitate il vero problema, perché sono loro a detenere le responsabilità dei processi amministrativi. Le cause che hanno generato questo desolante e scoraggiante scenario sono ben note: una classe politica che ha premiato solo chi conosceva qualcuno e non qualcosa, sovraccarico di funzioni, carenza di entusiasmo per via dell’età avanzata, assenza, o quasi, di percorsi per una seria formazione professionale, mancanza di luoghi che dovrebbero favorire il confronto e la collaborazione tra enti ect…
Quindi in Italia, ma drammaticamente in Calabria, denotiamo da un lato il quadro finora descritto e dall’altro un tasso di disoccupazione intellettuale a doppia cifra. Per farla breve, da una parte vi è un Paese vecchio, rigido e impacciato e dall’altra giovani talenti fuori dai processi produttivi e sociali.
Caro Matteo e caro Mario e se riuscissimo a trovare un punto di equilibrio fra questa domanda di lavoro e la necessità di servizi pubblici più qualitativi? -“Il tutto comporterebbe un aumento della spesa pubblica che a sua volta amplierebbe il rapporto deficit/pil”. Queste le risposte di importanti interlocutori a cui mi sono rivolto. Sciocche e prive di riflessioni profonde direi!
Sono convinto che solo in questa maniera si può dare una boccata di ossigeno ad un welfare sfasato, solo in questa maniera si efficentano gli Enti Pubblici, solo coinvolgendo queste professionalità spenderemo, e meglio, i fondi strutturali, solo così daremo un’assistenza di qualità agli imprenditori e ai professionisti, solo così faremo crescere il nostro PIL tanto da vanificare la spesa dovuta (d’altronde se alla crescita del numeratore corrisponde una crescita del denominatore il rapporto deficit-pil potrebbe anche diminuire).
Solo così il Nostro Paese, ma soprattutto la nostra Calabria può sperare davvero!
Cordialmente,
Antonio Nicoletti
Responsabile Anci Giovane Provincia di CS