Riceviamo e pubblichiamo
Sono Carlo Tansi, geologo Ricercatore dal 1994 presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, Professore a contratto presso l’Unical, e Dirigente dal 18 novembre 2015 al 18 novembre 2019 della Protezione Civile della Regione Calabria. Come me è ormai noto, sono candidato alla Presidenza della Regione Calabria con una coalizione di carattere puramente civico, in grado cioè di interpretare le pressanti istanze dei cittadini verso il rinnovamento politico-burocratico ed amministravo.
Il primo impulso che mi ha indotto ad assecondare le richieste di una mia candidatura proveniente dal variegato universo dei “social” ma anche dal mondo imprenditoriale e professionale calabrese più avanzato, è stata – unitamente alla ferma volontà di sottrarre la gestione politica e amministrativa di una regione di elevatissime potenzialità come la Calabria a un a quel manipolo di persone che ne hanno determinato il sottosviluppo e di consegnarla alle tantissime persone capaci e perbene che ne rappresentano la stragrande maggioranza – l’esigenza di porre una seria alternativa alla possibilità che la Regione Calabria, possa finire per essere governata dalla destra legista: la peggiore destra di sempre, sovranista, antimeridionalista e razzista, che sta dimostrando di essere brava a fare “propaganda” ma del tutto incapace di proporre programmi di governo di sviluppo socio-economico innovativi ed in grado di coniugarsi con l’esigenza di salvaguardia di un territorio, bellissimo ma abbandonato ad un iniquo destino di degrado strutturale, di insicurezza territoriale e di conseguente spopolamento in particolare delle aree interne.
La nefasta esperienza dell’ultimo governo regionale di centrodestra, terminato nel 2013 per acclarati vizi di carattere giudiziari, nonché l’attuale inconcludente esperienza di centrosinistra, anche essa recentemente sottoposta a censure di carattere politico-amministrativo ed accertamenti di carattere giudiziario, hanno determinato una situazione di diffusa sfiducia nell’elettorato calabrese, che nelle ultime elezioni si è astenuto dal voto per oltre il 57% degli aventi diritto.
Chi, come me e ritengo come coloro i quali dirigono gli organismi cui questa mia è indirizzata, credono nel primato della Democrazia Partecipata, ritengo abbiano il dovere di attuare tutte le iniziative, politiche e culturali, in grado di invertire la tendenza all’astensionismo elettorale, che finisce per garantire l’accesso al governo di gruppi di potere minoritari ma ben organizzati, mortificando le categorie sociali più deboli ed indifese.
Ascoltando i cittadini ed analizzando il contesto sociale ho capito qual è il vero problema di noi calabresi: ci sono stati negati i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione Italiana e dallo Statuto della Regione. Sono quei diritti elementari alla base di qualsiasi programma di sviluppo e senza i quali una terra non può assicurare un futuro decoroso ai propri figli: i diritti al lavoro, alla salute e all’assistenza sociale, alla sicurezza del territorio e alla salvaguardia del territorio e del mare, alla mobilità, allo studio, all’acqua pubblica, a fare impresa.
È risaputo che il difficile accesso ai diritti, favorisce la diffusione del clientelismo, ma in Calabria, assecondata da una classe politica spesso distratta rispetto alle istanze dei cittadini e da una burocrazia elefantiaca, ma fagocitante e chiusa su sé stessa, tali pratiche sono diventate insopportabili.
Negli ultimi anni, politici ed amministratori hanno indicato la causa delle condizioni di degrado della Calabria nella diffusa mancanza di legalità e nella criminalità organizzata. È vero, la criminalità pervade a vari livelli la Regione, nonostante gli sforzi che producono incessantemente le forze dell’ordine e la magistratura; ma è evidente che sia stata molto spesso utilizzata dagli stessi politici ed amministratori come alibi, per giustificare la loro incapacità a far fronte ai nostri atavici problemi, ciò per mantenere lo “status quo” che consente loro di rimanere da decenni sulla cresta dell’onda “ancorati” al potere.
Per quanto sopra, oltre che ancorare la futura attività amministrativa alla legalità e alla lotta senza tregua alla criminalità organizzata, ho sviluppato una proposta programmatica basata sulla drastica semplificazione dell’organizzazione burocratica, e l’utilizzazione di procedure e strumenti tecnologici in grado di rendere monitorabile in tempo reale e quindi effettivamente trasparente l’iter delle istanze presentate da cittadini, aziende e associazioni a vario titolo.
Non mi dilungo sui contenuti della proposta programmatica che ho pubblicato sul sito web “carlotansipresidente.it”, in forma aperta alle osservazioni ed ai contributi dei calabresi, e che ogni giorno si arricchisce di nuove ed interessanti proposte proveniente dalla società civile.
Constato che, non solo nei programmi dell’attuale governo nazionale, ma principalmente nelle dichiarazioni pubbliche e nelle esternazioni degli Organismi cui questa mia nota è indirizzata, molti temi sono condivisibili con il programma della coalizione civica che sostiene la mia candidatura, a cominciare dalla semplificazione burocratica fino al concreto potenziamento del sistema infrastrutturale , materiale e immateriale, che di fatto blocca lo sviluppo economico e sociale della Calabria; perciò sono pronto al confronto, ed ad eventuali intese con le rappresentanze politiche, sociali e culturali, allo scopo di individuare una proposta programmatica condivisa, in grado di competere e vincere nelle prossime elezioni regionali, ampliando la consistenza della coalizione, senza però rinunciare al carattere civico ed innovativo che è alla base dell’istanza popolare che ha determinato la mia candidatura.