Tanti studenti fuori sede calabresi, e non solo, sono rimasti bloccati lontano da casa, all’inizio di questo periodo di emergenza Coronavirus- Ilenia è una di queste, una ragazza di Taurianova che, oggi si trova ancora fuori dalla propria regione, ma soprattutto lontano da quella che è la sua vera casa, e dagli affetti.
“Il mio vuole essere un appello, per dar voce ai tanti ragazzi e ragazze, uomini e donne, che come me, anziché partecipare alla fuga da “Nord” verso “Sud” sono rimasti fuori sede. Noi, che diligentemente abbiamo riflettuto e non abbiamo dato adito all’istinto, siamo rimasti lontani dai nostri familiari e abbiamo dovuto affrontare la quarantena da soli. E questo è ben diverso dal trascorrerla a casa propria circondati dall’affetto dei parenti, ve lo possiamo assicurare. Non credo sia corretto essere “ripudiati”, in questi giorni, anziché essere elogiati per la responsabilità dimostrata; seppur con rammarico, ho dovuto constatare che chi ha agito con furbizia non ha dovuto subire alcun tipo restrizione, e mi sarei aspettata più consapevolezza da parte della Regione Calabria, della quale non sono “figli” soltanto coloro che vivono perennemente sul territorio, ma anche i concittadini che si trovano fuori sede momentaneamente. Mi sconcerta dover leggere certi titoli: “un nuovo esodo verso sud” perché alla fin fine i rientri verso sud ci saranno, come ci sono sempre stati in questi giorni, poiché seppur sospeso il trasporto pubblico esistono i mezzi privati. Piuttosto riterrei opportuno che si pensasse ad un piano per regolare gli arrivi, che non vuol dire metterci soltanto in quarantena, ma sottoporci ad un tampone o test sierologico e credo sia controproducente adottare un allarmismo mediatico; piuttosto si dovrebbe creare un clima solidale e rassicurante, sia per chi arriva sia per chi si sente “esposto” ad un eventuale contagio. Noi meritiamo di essere tutelati, c’è una Costituzione che merita di essere ascoltata, è un nostro diritto poter far rientro nel migliore dei modi, senza dover essere additati come “untori”, perché ci siamo conformati all’obbligo della quarantena ed al divieto di spostarci sull’intero territorio Nazionale, ovunque ci trovassimo.”
Ilenia Siclari, una giovane studentessa universitaria fuori sede