La trattativa sui licenziamenti dei portuali di Gioia Tauro, condotta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata fallimentare. Ci si chiede se il motivo sia una approvazione delle gestione aziendale, oppure un’incapacità dell’autorità ministeriale difronte l’azienda. In ogni caso, in questi giorni, a Gioia Tauro, lo Stato ha perso! E la sua credibilità è stata ulteriormente inficiata!
Pertanto, detto ciò e visto il clima di esasperazione che in questi giorni coinvolge 380 famiglie di lavoratori, sarebbe buon costume che i vertici di detto Ministero rassegnerebbero le proprie dimissioni. Tuttavia non ci si aspetta tale gesto, dal momento che altri ministri e parlamentari, per questioni altrettanto gravi, non hanno avuto la decenza di farlo.
Non ci si illude con le promesse sul potenziamento infrastrutturale del Porto, è dagli anni ’70 che le promesse arrivano a pioggia e poco o nulla si concretizza. Ma poi davvero in un porto come Gioia Tauro 1200 lavoratori sono così tanti da dover ridurre il personale di un terzo? Si stenta a crederlo! Ma forse lo crede la Regione Calabria, che in questi giorni ha visto il suo Consiglio riunirsi e tacere sulla vicenda, ma ciò non desta meraviglia, si conoscono bene le posizioni del presidente Oliverio a proposito.
In conclusione si vuole rappresentare che, a differenza dei vostri rosei dati e prospettive annunciate nei tg sull’economia del Paese, qui si sta male sul serio e ogni giorno che passa, la situazione, diviene sempre più dura e precaria, la gente non ce la fa più!
Ci si augura che le prossime fiction sulla Calabria non parlino più di ‘ndrangheta, ma di miseria, che è l’atavico male che sta consumando la moltitudine di gente onesta che vive, o meglio sopravvive, nell’estremo meridione della Penisola.
Il Segretario
Gaetano Errigo