Il rischio chiusura del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale civile di Locri è un fatto di estrema gravità che non può lasciare indifferenti le forze politiche di questo territorio in quanto, veder sospendere un certo tipo di attività da sempre garantite a tutti i pazienti della locride, è un atto che va contrastato con tutte le forze.
Purtroppo, ancora una volta, l’utenza calabrese paga sulla propria pelle scellerate scelte del passato frutto di decisioni politiche che hanno portato gravi disagi tra i cittadini e messo in ginocchio strutture ospedaliere importanti e baricentriche, come appunto il nosocomio di Locri che, storicamente, ha sempre funzionato e servito un importante bacino d’utenza.
L’idea di cancellare le vecchie Asl, insieme ad inique riorganizzazioni della rete ospedaliera come quella che divide gli ospedali in Hub e Spoke, è servita solo a depotenziare ospedali e favorire le migrazioni sanitarie che in Calabria sono in continuo aumento e, di contro a tutto ciò , una fase commissariale che non sta garantendo né risparmi, visto che noi calabresi ancora non conosciamo l’entità del debito sanitario per cui viene attuato il Piano di Rientro, nè cure adeguate agli ammalati che, a Locri con la possibile chiusura di questo reparto, si troverebbero ad affrontare gravi difficoltà dal momento che il Centro Dialisi della cittadina Jonica è unico in tutta la provincia ad avere importanti flussi di pazienti che diversamente dovrebbero trovare altre strutture fuori zona.
Mentre si procede coi ridimensionamenti di reparti e di ospedali ci tocca assistere agli ormai continui e stucchevoli balletti mediatici tra il governatore Oliverio ed il Commissario Scura, quando lo stesso Oliverio, se solo avesse avuto volontà, avrebbe già potuto un anno e mezzo fa porre fine al commissariamento del settore in Calabria ed invece oggi si parla di mancata pubblicazione di decreti di assunzioni nelle strutture sanitarie della regione con conseguente danno inferto all’utenza.
La sanità è un settore che deve conoscere una completa rivisitazione in tutta Italia e solo nazionalizzandolo potrebbe continuare a svolgere quell’importante ruolo sociale che storicamente ha sempre avuto.
In Calabria urge tornare al più presto ad una riorganizzazione territoriale per dare un certo peso ad ospedali di provincia come quello di Locri ed il suo Centro Dialisi deve continuare ad operare al massimo dell’efficienza. I vertici dell’Asp di Reggio Calabria devono intervenire per garantire la continuazione di un servizio che è di vitale importanza e che, nell’imminente bella stagione, funziona anche come servizio di dialisi estiva con pazienti che giungono da altre parti d’Italia.
Si provveda al più presto a dare risposte riguardo all’assunzione di un nuovo primario e di altri medici poichè il reparto non potrà funzionare con l’organico attuale, ridotto praticamente all’osso, e chiedo anche un’attenzione da parte delle istituzioni politiche locali chiamate a difendere con le unghie e con i denti il loro presidio ospedaliero.
Non è da escludere che, prossimamente, noi di Azione Identitaria, cosi come abbiamo fatto in altre città calabresi, ci adopereremo per una forte azione di protesta e di sensibilizzazione riguardo alla delicata e drammatica situazione.