“Salvare la ‘Fondazione Campanella’ e il destino dei suoi dipendenti; tutelare e rilanciare il polo oncologico da essa gestito sono obiettivi concretamente raggiungibili. È solo questione di impegno, capacità e volontà politica. Le dichiarazioni rilasciate, in merito, dal presidente della Fondazione, Paolo Falzea, al termine dell’incontro con il commissario straordinario Massimo Scura ne sono la conferma”.
E’ questa l’opinione del consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (CdL) che aggiunge: “Fra i vari passaggi di tali dichiarazioni, anche quello che ricorda come, a breve, è più che probabile una sentenza attestante la titolarità di molti crediti appannaggio della Fondazione”.
“Il paradosso di liquidare un ente che vanta ingenti crediti proprio nei confronti della Regione, offre servizi d’eccellenza e garantisce professionalità di alto profilo, rappresenterebbe una pagina buia nella storia amministrativa calabrese” – stigmatizza il consigliere.
“I passaggi per l’operazione di salvataggio in argomento – sostiene Mangialavori – sono molteplici. Ma ne esiste uno che potrebbe fare da apripista a tutti gli altri: l’immediato versamento di tutti i crediti vantati dalla Fondazione nei confronti della Regione. Una scelta precisa, rapida e coerente con le dichiarate volontà di risolvere la difficile vertenza politica. L’esborso di tali somme garantirebbe di superare le più immediate criticità e consentirebbe di avviare una nuova fase di gestione della struttura sanitaria interessata”.
“Si tratta, insomma, di operare una decisione che vada ben oltre le parole e che affronti il nodo della vicenda con piglio pragmatico e coraggioso. Salvare un patrimonio di professionalità acquisito in tanti anni di ricerca e cure terapeutiche; impedire che i dipendenti sprofondino nel baratro della disoccupazione e, ancor di più, offrire ai pazienti calabresi di curarsi in loco, rappresentano priorità politiche e umane ineludibili. Una regione che voglia vivere adeguatamente la contemporaneità deve evitare in tutti i modi di sprofondare nel baratro della carenza dei servizi sanitari fondamentali. Soprattutto, se essi incidono – conclude Giuseppe Mangialavori – in maniera preponderante sul destino di così tante famiglie”.