Mario Maiolo (PD), Lettera aperta sulla Camera di Commercio di Cosenza

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Lettera aperta

 

La vicenda della Camera di Commercio di Cosenza è un brutto colpo alla speranza di cambiare questa nostra società, la nostra Calabria. Ma la speranza, in quanto tale, non perde mai la sua natura, la sua forza. Ho conosciuto bene, nel tempo, il sistema di rappresentanza economico e sociale della regione e, in particolare, della provincia di Cosenza che, sebbene si riferisca a un tessuto per se debole e ancor di più provato dalla crisi, ha una sua dignità e qualità. Ho avuto modo di verificare personalmente l’impegno, la dedizione, la professionalità, non solo dei dirigenti politici, ma anche delle strutture tecniche che supportano le organizzazioni di categoria. Le tante iniziative di sviluppo locale che negli ultimi venti anni, a vario titolo, ho potuto seguire e sostenere, hanno visto le organizzazioni saper svolgere un ruolo di riferimento importante nella concertazione, nella condivisione e nella generosità necessaria per raggiungere risultati importanti per la collettività, pur nella difesa dei particolari interessi legittimi rappresentati. 

La frammentazione, la disgregazione sociale ed economica, la stessa crisi dell’Uomo non poteva che coinvolgere anche questi mondi. È quasi fisiologico che ciò sia avvenuto, anche perché quella crisi più evidente della politica in generale non è altro che la conseguenza di un più diffuso malessere della società. Occorre però reagire non ripiegarsi sulle difficoltà, sulle divisioni. 

Le leggi e le regole vanno rispettate e chi ha il compito di farle rispettare deve fare il suo dovere. Ma le leggi e le regole sono scritte per rendere trasparenti i rapporti, le relazioni, la sintesi, la rappresentanza. La chiarezza, la precisione, la facilità di applicazione di una norma sono aspetti assai marginali se si mantiene ben presente il senso e le finalità per cui sono state scritte. Nel caso del rinnovo degli organi della Camera di Commercio di Cosenza ci si è distratti dal senso e dalle finalità per cui le regole per costruire gli organismi, invero non chiare e non univoche, sono state scritte. Ora occorre uno scatto di reni, un supplemento straordinario di generosità. Occorre che tutti i soggetti interessati sappiano fare tesoro delle difficoltà. Bisogna mettere da parte rancori, personalismi, ridurre le tensioni e le contrapposizioni. Far prevalere il dialogo, il confronto largo, la ricerca della condivisione, la voglia di fare sintesi riconosciuta. Gli unanimismi non sono utili, ma la ricerca dell’unità è un dovere che in Calabria, prima che altrove, dobbiamo aver ben presente sempre. Io la penso così.

Ho sempre cercato di mantenere quest’approccio, anche quando il risultato finale sembrava evidentemente scontato e negativo. Il mio vuole essere un appello a che si ritorni a essere punto di riferimento. Si ritorni a fare Patto, quel Patto Sociale di cui Cosenza, la Calabria e il Mezzogiorno ha urgente bisogno.

 

Mario Maiolo

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