Marziale su 16enni e armi da fuoco a Vibo

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Nel giro di pochissimi giorni, due sedicenni nel vibonese sparano. Il primo per uccidere un coetaneo, il secondo per intimidire il padre, colpevole a suo dire, di maltrattamenti sulla madre e su di lui. E’ importante capire come e perché, così giovani, riescano ad entrare in possesso di armi da fuoco”. 

E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.

Nel caso del minorenne, che si è detto responsabile di avere esploso colpi di pistola contro il padre – aggiunge Marziale – suppongo che se la Procura minorile di Catanzaro ha ritenuto di non emettere alcuna misura restrittiva, concedendogli di difendersi a piede libero, appare evidentemente che esistono alla base sentimenti di esasperazione più che motivazioni criminali e sarebbe utile conoscere se il padre sia mai stato denunciato per maltrattamenti familiari, perché in tal caso tutta la prospettiva assumerebbe contorni più chiari. Anche se rimane la gravità del fatto e la riprova che vi sono troppe armi in giro. Fenomeno questo – conclude il Garante – che meriterebbe un monitoraggio orientato alla diminuzione”.    

 

 

 

 

 

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