Minacce a testimone, arrestato boss Labate

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Avrebbe minacciato un testimone per indurlo a rendere dichiarazioni false in un processo a carico di esponenti della sua cosca. Si tratta di Pietro Labate, indicato dagli inquirenti come esponente di vertice del clan omonimo, fermato dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.  

Labate deve rispondere di intralcio alla giustizia aggravato dalle finalita’ nonche’ dalle modalita’ mafiose. Il provvedimento, secondo quanto reso noto dalla Procura, rappresenta l’epilogo di indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria-Gico delle Fiamme Gialle. Gli inquirenti avrebbero accertato le minacce di Labate ai danni del teste, chiamato a deporre in un importante processo in corso nei confronti di esponenti di vertice del clan a suo tempo colpito dall’operazione “Gebbione”.

Secondo la Procura, Labate “ha adottato modalita’ allusive, ma estremamente efficaci con cui minacciare la testimone, secondo una modalita’ operativa tipica dei soggetti la cui storia e fama criminale rendono sufficiente l’evocazione del proprio nome per raggiungere lo scopo intimidatorio”. IL decreto di fermo tiene anche conto del pericolo di fuga del boss, ” gia’ per lungo tempo latitante – scrive la Procura – reso piu’ probabile dalla contestuale detenzione del fratello Michele e, quindi, dall’avvertita necessita’ che la cosca non fosse privata dei principali dirigenti territoriali”. Il provvedimento di fermo e’ stato immediatamente eseguito dai militari del G.I.C.O. Labate e’ nel carcere di Reggio Calabria. (Agi)

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