La visita di Maurizio Martina, Ministro alle politiche agricole, ha acceso l’interesse mediatico su Rosarno e la devastante crisi agricola della Piana. Nell’iniziativa pubblica organizzata da Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, che aveva come focus centrale “legalità, diritti, dignità. Da Rosarno si può”, si è discusso di moltissimi punti nodali per il rilancio dell’agricoltura calabrese e, soprattutto, rosarnese. La cornice era di quelle complicate, ossia una discussione che partiva dalla lotta al caporalato e lavoro nero che spesso sono associati alla “questione Rosarno” e all’annosa emergenza immigrati. Malgrado il taglio settoriale, non sono mancati spunti di riflessione che sono andati al di là della contingenza dello sfruttamento e delle misure emergenziali. Il ministro Martina ha lanciato alcuni segnali chiari, ad esempio «a marzo verrà organizzato un forum contro la contraffazione dei prodotti agricoli e per la legalità del mercato agricolo», necessario per difendere il made in Italy ma anche le migliori risorse agroalimentari calabresi. Il titolare del dicastero dell’agricoltura ha poi incalzato su uno dei problemi più grossi della macchina politica-istituzionale calabrese: lo spreco delle risorse europee e la parcellizzazione del fondo agricolo. «Occorre fare molto nei prossimi cinque anni, anche in Calabria e al sud, dove occorre cogliere l’opportunità dei fondi europei per ammodernare l’agricoltura e soprattutto aggregare i produttori. Un contributo enorme da una regione la cui economia è molto incentrata sulle risorse agricole ed agroalimentari. Il futuro di questa regione parte proprio da qui». Poi le notizie che molti attendevano. «Sono pronto – ha aggiunto il ministro – a dare avvio a un “Piano agrumi” che però non potrà prescindere da un lavoro di squadra tra produttori e istituzioni. Convocherò anche i grandi soggetti industriali, tra cui Coca Cola, per avviare un percorso insieme sulle arance, che coinvolgerà naturalmente anche le produzioni calabresi. Da Rosarno parte un messaggio di fiducia e di speranza. Abbiamo voluto presentare qui l’avvio del lavoro della Rete del lavoro agricolo di qualità, prevista da “Campolibero”. Lunedì prossimo partiamo con la cabina di regia presso l’Inps, con l’obiettivo di certificare la qualità dell’occupazione nelle imprese agricole. Questo strumento potrà essere utile anche nei rapporti con la grande distribuzione organizzata, soprattutto sotto il profilo della certificazione etica del lavoro. Bisogna dirlo in modo chiaro: il rispetto e la dignità del lavoro sono principi non trattabili». In mezzo all’intervento di Martina, si sono avvicendati rappresentanti sindacali, esponenti delle associazioni di categoria e alcuni testimoni della barbarie del caporalato. Non vi era grandissima presenza di agricoltori, ma c’erano allineati e coperti tutti gli esponenti delle sigle sindacali, la giunta rosarnese guidata da Elisabetta Tripodi, gli stati generali del Pd reggino, con in testa i consiglieri regionali Sebi Romeo e Nicola Irto. In sala anche Gaetano Rao, assessore provinciale all’agricoltura, ma nessun altro amministratore comunale. E invece c’era Carlo Guccione, assessore regionale al lavoro, incaricato di far sentire la presenza dell’ente Regione Calabria. Alla fine il ministro ha fatto una visita all’azienda “Fattoria della Piana” di Candidoni, ed è stato anche omaggiato di alcuni prodotti dell’Istituto per l’agricoltura Piria di Rosarno, diretto da Mariarosaria Russo.
Domenico Mammola