Cambiare perché tutto rimanga com’è. Si potrebbe riassumere cosí la proposta di modifica delle legge regionale sugli alloggi di edilizia residenziale pubblica ( n.32 del 25 novembre 1996), a breve in discussione al Consiglio Regionale. La legge infatti che dovrebbe mirare a garantire il diritto all’abitare per le famiglie a basso reddito rischia di essere modificata senza considerare le principali problematiche del settore. Nessun cenno infatti si scorge sul superamento dei quartieri ghetto, sui meccanismi di gestione del patrimonio per garantirne un efficace controllo ed il turn-over delle assegnazioni, sui tempi biblici dei bandi comunali e sulla gestione economica orientata alla graduale dismissione del settore con la destinazione delle entrate ad altre necessitá.
Problematiche centrali per una gestione trasparente ed efficace del settore alloggi popolari, settore che , nonostante in Calabria goda di un discreto patrimonio, non riesce a lenire il disagio abitativo esistente e a calmierare gli affitti del mercato locale, oltre a generare gravissime condizioni di esclusione sociale nei quartieri ad alto concentramento di alloggi. Le associazioni riunite nell’Osservatorio sul disagio abitativo, il movimento Reggio non tace , la Collettiva AutonoMia e l’Associazione 21 Luglio ritengono necessaria una modifica della normativa per consentire il rilancio del settore, evitando il suo progressivo declino purtroppo già in corso .
Per tali ragioni sarebbe necessario inserire tra i principi della legge, nel rispetto del diritto internazionale (Il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali dell’ ONU del 1991 e il Rapporto dell’Ufficio ONU dell’Alto Commissario per i diritti umani del 2009 The Right to adequate Housing), i nuovi concetti di abitare e di alloggio adeguato, fondati su un’idea più ampia di inclusone abitativa che non tenga conto degli alloggi solo in senso strutturale ma anche dell’ambiente abitativo e delle sue qualità inclusive, attraverso il modello urbano della “mixitè”. In altre parole la legge regionale dovrebbe prevedere il superamento della concentrazione degli alloggi popolari in determinati quartieri “ghetto” (oggi presenti su tutto il territorio regionale e soprattutto nelle città di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza) e favorirne la diffusione in dislocazione nell’intero territorio cittadino. Per evitare la costruzione di nuovi ghetti, la legge dovrebbe anche prevedere che l’implementazione del patrimonio si realizzi esclusivamente attraverso l’ acquisizione di alloggi dal mercato privato, considerando la qualità sociale dell’ambiente abitativo ed evitando la costruzione di nuovi alloggi. Per l’applicazione di tali provvedimenti la legge dovrebbe tener conto dell’enorme offerta di alloggi inutilizzati esistenti (vuoto abitativo) sul mercato privato calabrese per evitare il consumo di altro suolo con nuove costruzioni.
Altro aspetto non trascurabile è l’azione di controllo e di verifica sulla permanenza dei requisiti degli assegnatari, fondamentale per far funzionare adeguatamente il principio del turn-over. Sarebbe necessario che la legge regolasse questa azione in modo più efficace (articolo 12 comma 2 della legge reg.le nr 32/1996 ). La modifica di legge potrebbe operare obbligando i Comuni, anche prevedendo delle penalizzazioni, a svolgere questa azione come un’ operazione di sistema, da applicare costantemente e su tutto il patrimonio erp, attraverso una piattaforma informatica collegata alle diverse banche dati. Ogni Comune (o rete di Comuni) avrebbe in tempo reale il pieno controllo del patrimonio degli alloggi popolari e periodicamente otterrebbe una certa quantità di alloggi che, in seguito alle procedure di decadenza, potrebbero essere assegnati alle famiglie in stato di necessità abitativa. Attraverso questa procedura si eviterebbero gli effetti illegali che oggi si registrano a causa della mancata azione di controllo dei Comuni.
Per quanto riguarda la gestione economica, attualmente si contravviene a quanto previsto dalla normativa nazionale , prevedendo nella legge regionale ( al comma 7 bis dell’articolo 59 ter dell’attuale legge 32/1996 ) che le entrate dalle vendite degli alloggi possano essere finalizzate per i buchi di bilancio dei comuni. Un chiaro segnale della volontà di dismettere il settore, destinando le sue entrate ad altre voci di spesa. I consiglieri regionali che da 3 anni si sono impegnati nella modifica della legge, non hanno avanzato alcuna proposta in questa direzione nonostante l’importanza e l’urgenza dell’ abrogazione di questo comma. Ma questa urgenza è stata già riconosciuta e sottolineata anche dal Consiglio comunale di Reggio Calabria con la delibera nr 3 del 10 febbraio scorso, con la quale viene incaricato il Sindaco di Reggio Calabria a presentare al Consiglio regionale la proposta di abrogazione del suddetto comma. Non si hanno notizie sull’azione del Primo cittadino reggino.
Altro tema non trascurabile, i tempi lunghissimi previsti dai bandi pubblici per l’assegnazione degli alloggi erp, attualmente variabili tra i 7 e i 12 anni. Le lungaggini dell’iter previsto costituiscono un forte ostacolo per l’assegnazione degli alloggi e dovrebbero essere drasticamente ridotte prevedendo una modifica efficace della legge . La modifica della legge dovrebbe in particolare prevedere tempi più ridotti e certi per le fasi di elaborazione della graduatoria provvisoria e di quella definitiva. Nel caso di mancato rispetto dei tempi sarebbe necessario prevedere penalizzazioni e procedure sostitutive dettagliate e celeri. La proposta di modifica, prossima ad essere discussa in Consiglio, al contrario prevede il prolungamento dei tempi. Com’ è già previsto in altre leggi regionali sulla gestione degli alloggi popolari, sarebbe invece opportuno prevedere l’applicazione di una procedura informatica regionale, collegata alle diverse banche dati, sia per la formulazione della graduatoria provvisoria che per quella definitiva. Questa procedura garantirebbe l’assoluta celerità e la massima trasparenza nel caricamento dei dati, nell’attribuzione dei punteggi e nella formulazione delle graduatorie .
Non avendo avuto la possibilità di essere ascoltati e ricevuti nell’ottobre 2015, quando una parte delle associazioni ha chiesto un confronto sulla modifica della legge regionale, auspichiamo che oggi, in prossimità della discussione in Consiglio regionale, si vogliano prendere in considerazione le proposte di modifica a beneficio di un elementare principio di giustizia sociale.
Reggio Non Tace – Avvocato Nicola Santostefano
Osservatorio sul disagio Abitativo composto da, COSMI, CSOA A. Cartella, CSC Nuvola Rossa, ASIA-USB Reggio Calabria , Società dei Territorialisti e Un Mondo Di Mondi
ASIA-USB Reggio Calabria – Giuseppe Marra
Comitato Solidarietà Migranti
CSC Nuvola Rossa
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Un Mondo Di Mondi Cristina Delfino – Giacomo Marino
Associazione 21 luglio Onlus – Carlo Stasolla Presidente