Ndrangheta,Dieni (M5S): Ancora una volta il pesce puzza dalla testa

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“Qualcuno, più o meno ingenuamente, faceva passare la ‘Ndrangheta come un fatto rurale, di contadini e di pastori. L’operazione Mamma Santissima mostra inequivocabilmente che, invece, il pesce puzza dalla testa, da quella Reggio-bene impastata di politica e massoneria.” Con queste parole Federica Dieni, che a Montecitorio siede tra le fila del Movimento 5 Stelle, commenta gli esiti dell’operato di forze dell’ordine e della magistratura. 
“Grazie al preziosissimo lavoro  di uomini come Federico Cafiero De Raho, Giuseppe Lombardo e degli uomini del Ros, guidati dal comandante Giuseppe Governale – continua la parlamentare pentastellata- si è finalmente fatta luce sull’ultimo tassello mancante del puzzle. A guidare la ‘Ndrangheta c’erano uomini in giacca e cravatta, ammirati e temuti, abituati a frequentare le istituzioni. Paolo Romeo e Giorgio De Stefano erano i registi, ma potevano disporre anche di addentellati incuneati persino in organi di rango costituzionale. I magistrati hanno dimostrato quindi che il Comune di Reggio, specie nell’epoca Scopelliti, è stato infiltrato se non controllato da questa struttura, “la Santa”, che tirava le fila di criminalità ed istituzioni. Ci hanno spiegato che Alberto Sarra, che appariva uomo dello stesso Scopelliti, ma che in realtà probabilmente lo condizionava, è riuscito poi ad affiancare l’ex sindaco ai vertici regionali per poter fungere da ufficiale di collegamento nel governo della Calabria e che, nel contempo Antonio Caridi, un senatore della Repubblica, svolgeva addirittura un ruolo meno direttivo, quasi di braccio esecutivo, pur essendo anch’egli parte della struttura segreta, presentando a comando emendamenti e spostando voti. La ‘Ndrangheta era in mezzo a noi e ci governava alla luce del sole. Mentre si raccontava la favola che essa tramasse in isolati casali, tra facce scure e parlate declinate in un dialetto incomprensibile essa era nel nostro municipio, a Catanzaro e a Roma. Certo, molti di noi intuivano, si accorgevano dagli effetti che qualcosa di sbagliato stava accadendo, ma pochi erano riusciti a capire davvero. Non era la politica ad essere manovrata dai boss, comprando, attraverso la corruzione, piccoli o grandi favori. Erano i politici, i mafiosi. Fin dagli anni Settanta, attraverso Paolo Romeo, parte della politica è stata il vertice della mafia. E persino alcune bombe, ora apprendiamo, erano sistemi di controllo e di condizionamento, non minacce ma avvertimenti a sodali.”
“Il pesce puzza dalla testa, dicevo – termina la parlamentare – ma l’errore più grave che possiamo compiere, oggi è pensare che tagliata la testa la ‘Ndragheta abbia smesso di far paura. Perchè la mafia è come un’Idra e, specie dove ci sono molti soldi, non ci sono mai a lungo vuoti di potere. Piuttosto il timore è quello di uno scontro per riempire questo vuoto. Ma, intanto, ringraziamo i magistrati, per averci regalato un po’ d’aria fresca e una promessa di cambiamento, in quest’infuocata estate reggina.”

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