Ndrangheta, morto in carcere Pantaleone Mancuso

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E’ morto nell’ospedale del carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, il boss della ‘ndrangheta Pantaleone Mancuso, 68 anni, detto ‘Vetrinetta’, di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, ritenuto uno degli esponenti apicali della ‘ndrangheta. Il boss si trovava nell’ospedale del carcere dal 19 settembre. L’aggravarsi di varie patologie non hanno lasciato scampo a Mancuso. Il 29 settembre il gip distrettuale di Catanzaro, Carlo Ferraro, sulla scorta di una perizia medica del dott. Giulio Di Mizio, aveva rigettato gli arresti domiciliari per Mancuso chiesti dalla difesa. Di diverso avviso era stato invece il Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Barracco presidente, a latere giudici Papagno e Taricco) che qualche giorno prima, nell’ambito di un diverso procedimento penale, sulla scorta delle relazioni sanitarie del carcere di Tolmezzo aveva concesso al boss gli arresti domiciliari, non eseguiti poi per il successivo provvedimento del gip. Alla scarcerazione si era opposta il pm Marisa Manzini che aveva chiesto una perizia medica e sottolineato in udienza che Mancuso tra il 2011 e il 2012 avrebbe mantenuto rapporti con un ministro di culto autorizzato a prestare assistenza religiosa nel carcere di Tolmezzo. Mancuso, per il quale la Dda di Catanzaro aveva pure chiesto il carcere duro (41 bis), era coinvolto nelle operazioni antimafia ‘Black money’, ‘Minosse 2’ e ‘Purgatorio 3’. (AGI) .

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