“Non abbiamo visto il governatore Oliverio puntare i piedi e per la verità non l’abbiamo sentito neppure levare timidamente la voce in difesa degli olivicoltori calabresi che finiranno sul lastrico grazie all’autorizzazione concessa alla Tunisia che potrà esportare in Europa altre 70mila tonnellate di olio di oliva ‘a dazio zero’ in più in due anni”. È quanto dichiara Alessandro Nicolò, presidente del Gruppo FI in Consiglio regionale che aggiunge: ”La Calabria, seconda regione produttrice d’olio d’oliva in Europa, avrebbe meritato un governo regionale adeguato alla difesa degli interessi degli agricoltori, dei frantoiani e di tutti gli addetti di un settore che subirà un colpo durissimo con l’arrivo agevolato di 70mila tonnellate di olio dal Nord-Africa che per di più si vanno ad aggiungere alle quote annue di 56.700 tonnellate d’olio d’oliva vergine ‘duty-free’ già concordate tra Bruxelles e Tunisi. Capisco – continua Nicolò – che Oliverio preferisce non disturbare i manovratori, cioè in questo caso il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina e la signora Federica Mogherini, l’ex ministro mandata da Renzi a fare la commissaria Ue con delega agli Esteri, entrambi impegnatissimi ad aiutare il governo tunisino a spese dell’olivicoltura calabrese e meridionale. Capisco anche che un aiuto concreto l’Europa doveva pur darlo all’economia della Tunisia in grave difficoltà dopo la strage del Museo Bardo e le pressioni del terrorismo jihadista. Quello che proprio non riesco a capire è perché, ancora una volta è il comparto agricolo calabrese a farne le spese, perché proprio la nostra olivicoltura diventa merce di scambio senza alcuna considerazione del pesante impatto negativo sul piano economico, occupazionale ed ambientale sui nostri territori”. Ancora l’esponente politico: “Sono certo che Oliverio sappia bene che le ripercussioni in Calabria saranno drammatiche. Come d’altra parte hanno annunciato gli allarmi accorati della Coldiretti, della Confagricoltura e di tutte le altre organizzazioni del settore, saremo invasi dall’olio d’oliva tunisino che costa meno di due euro, avrà il record delle offerte speciali nella grande distribuzione e mortificherà i nostri produttori che investono in qualità, tecnologia, innovazione e tutela dei consumatori. Non solo l’olivicoltura e il settore agricolo ma sarà l’intera economia regionale a subire un danno gravissimo. Non conta più nulla, forse, Oliverio? – conclude Alessandro Nicolò – Non credo proprio. Penso, invece, che sia più impegnato su altri versanti nel confronto col governo ‘amico’ di Matteo Renzi. E ritengo che i calabresi e gli olivicoltori che rappresentano la quota più significativa del made in Calabria e la voce più rilevante dell’export regionale avrebbero meritato governanti migliori, magari capaci di orientare una battaglia per determinare altre soluzioni di aiuto alla Tunisia, non quella che penalizza soprattutto gli agricoltori calabresi e meridionali e rischia di incrementare il fenomeno delle frodi”.
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