“I lavoratori del porto di Gioia Tauro rimangono in balia degli eventi in attesa della fatidica data prevista per il 15 giugno, dalla quale Mct invierà le lettere di licenziamento per 400 esuberi ancora non allocati nella costituenda Agenzia. Continuiamo – afferma il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella Alessandro Nicolò – a monitorare i tagli e il mancato sviluppo del più grande porto di transhipment di tutto il Mediterraneo, prendendo atto degli ennesimi annunci del presidente Oliverio e del neo presidente dell’Autorità Portuale Russo”.
Aggiunge l’esponente di Forza Italia: “Nella nostra regione, assistiamo principalmente alla mancanza di lavoro, in particolare per i giovani con una disoccupazione riscontrata al 57%, la più alta d’Europa e le politiche nazionali e regionali in merito, anche in virtù dei prossimi licenziamenti dei portuali, certificano il fallimento del sistema lavoro nel Mezzogiorno. In tale quadro, dall’incontro che si è tenuto ieri a Roma con i sindacati – sottolinea Nicolò – emerge l’elenco dei lavori realizzati e da realizzare nell’area portuale, che comunque non sana il problema occupazionale, né genera altre attività produttive. E nel frattempo dal Governo Gentiloni vi sono solo attenzioni per i porti di Genova e Trieste, che puntano allo sbarco delle merci in arrivo dall’estremo Oriente, senza una programmazione mirata per aumentare i volumi commerciali e di traffico dello strategico porto al centro del Mediterraneo. A tal proposito, il presidente Oliverio si sofferma puntualmente sull’attuazione degli interventi previsti nell’Accordo di Programma su Gioia Tauro sottoscritto a luglio 2016, che tardano a essere portati a compimento in attesa anche della sbandierata istituzione della Zona Economica Speciale, annunciata più volte in questi anni ma mai realizzata! Vogliamo risposte reali e l’attivazione di contratti per il rilancio dell’infrastruttura e non chiediamo assistenzialismo. La Calabria, e soprattutto la provincia di Reggio, non si può permettere di perdere 400 posti di lavoro ed è paradossale la situazione che si è creata con la sottoscrizione di accordi di concertazione per l’assunzione di responsabilità della classe politica e dei rappresentati della Mct”. Conclude Nicolò : “Il presidente Oliverio la smetta di definire ‘Gioia Tauro una sfida importate per la Calabria e per il Paese’, e lo dica al Governo Gentiloni che non ritiene indispensabile l’infrastruttura e che fa vivere con grande inquietudine questa ulteriore fase delicatissima, che vede il principale sito industriale lontano da una chiara strategia di sviluppo capace di rilanciare le sue enormi potenzialità. Il porto di Gioia deve andare oltre il transhipment, ma su questo obiettivo la Giunta regionale non interviene e il Partito democratico, anzichè coordinare l’azione di governo, è impegnato nelle diatribe interne e correntizie sulle spalle dei calabresi. Assistiamo a interventi dettati dall’emergenza, denotando così una manifesta insufficienza nel comprendere i reali bisogni di una popolazione rassegnata, nella quale i giovani pagano il prezzo più alto”.