“Ammontano a 373 milioni di euro i fondi dei Piani di Azione e Coesione originariamente destinati alla Calabria e successivamente prelevati dal Governo per la copertura del finanziamento degli sgravi contributivi previsti dal Jobs Act che andranno a sostenere in prevalenza al Centro Nord le assunzioni a tempo indeterminato per il periodo 2015-2018”.
Ad affermarlo è il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò che rilancia: “Lo studio condotto dall’istituto di ricerca Demoskopica non lascia margini di dubbio: un assunto su due sarà al Nord”.
“Dunque, oltre il danno anche la beffa” – evidenzia Alessandro Nicolò. “La scelta politica che aveva ispirato e guidato l’intervento finanziario per le aree povere del Paese, nei fatti, è stata completamente disattesa. Le risorse all’uopo stanziate per le Regioni dell’area convergenza (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia), quelle più deboli e in ritardo di sviluppo, andranno invece a finanziare nuova occupazione al Centro-Nord”.
“E la Calabria risulta fra le Regioni più penalizzate del Mezzogiorno: solo 28 mila le assunzioni nella nostra regione a dispetto del Nord Italia dove sono stati creati più di un milione e 158 mila rapporti di lavoro”.
Secondo il capogruppo di Fi: “Anche il dato complessivo è grave e scoraggiante. Le Regioni del Sud hanno contribuito al taglio dei Piani di azione coesione con risorse per il 98,7% del totale (pari a 3 miliardi di euro) rispetto alla cifra di assunzioni incentivate che si ferma alla soglia del 31%”.
“364 mila i rapporti di lavoro registrati nel Mezzogiorno, contro un Centro-Nord dove sono state ben 794 mila le assunzioni incentivate nel 2015, pari al 69%. E, intanto, anche la Legge di Stabilità per il 2016 prevede un nuovo sgravio contributivo da sostenere sempre con i ‘mancati impegni’ nell’impiego delle risorse delle realtà regionali prioritariamente del Mezzogiorno. Dinanzi a questo quadro, ogni commento è superfluo” – sottolinea Alessandro Nicolò.
Ad avviso del capogruppo di Fi: “Non solo è stato tradito l’intento iniziale dell’intervento che non ha sortito l’effetto sperato di promuovere occupazione e sviluppo, ma lo ‘scippo’ alla Calabria è stato consumato nel silenzio assoluto del presidente Oliverio che pur dovrebbe poter contare su un Governo ‘amico’. Perchè il Presidente della Regione non ha pensato di ‘contrattare’ una deroga dinanzi allo ‘spettro’ del disimpegno dei fondi comunitari con la garanzia dell’impegno e della consequenzialità gestionali?. Neanche la comunanza partitica – afferma il presidente del gruppo consiliare regionale di Fi – è servita ad ostacolare questo dietrofront che suona come un autentica sconfitta per il Governo regionale dinanzi alla quale non si è levata nessuna voce. Si è preferito al contrario subire supinamente una decisione imposta da un Governo nazionale che concretamente bistratta aree disagiate che meriterebbero ben altra attenzione. Tutto questo – prosegue – nonostante il veto posto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome culminato nella decisione da parte di Campania, Puglia e Sicilia di porre la questione di incostituzionalità del provvedimento dinanzi alla Corte costituzionale”.
“Dunque, delle 4 Regioni dell’area convergenza che si sono opposte al provvedimento del Governo manca all’appello solo la Calabria, la cui Amministrazione regionale – ha concluso Alessandro Nicolò – ha preferito mettere la testa sotto la sabbia. Speriamo che stiano solo riflettendo e che decidano di agire, pena la perdita assoluta di credibilità”!