Nicolò sulla sostenibilità ambientale dei sistemi di produzione agricola integrata

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La denuncia delle associazioni di categoria secondo cui nei sistemi di produzione agricola integrata sono ancora ammesse sostanze nocive,  impone una seria riflessione propedeutica all’assunzione di idonee contromisure”.

Ad affermarlo è il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò che aggiunge: “Il presidente Oliverio non può non ascoltare le legittime rivendicazioni del comparto dell’agricoltura biologica, degli apicoltori professionali e dei ‘medici per l’ambiente Isde-Italia’”.

“Che senso ha che la Regione disciplini, come di recente ha fatto, la produzione agricola ‘integrata’ – quale sistema di coltivazione finalizzato a rendere minimo l’impiego di sostanze chimiche di sintesi in agricoltura – per poi conservare ‘un elenco interminabile di principi attivi, senza sostanziale limitazione, rispetto alle prassi di uso corrente’”?.

“Nei giorni scorsi, tra l’altro – ricorda Alessandro Nicolò – è stato pubblicato il bando delle misure Psr cosiddette ‘a superficie’ che stabiliscono il sostegno economico alle aziende che adottano i disciplinari di produzione integrata. In realtà – come lamentano le associazioni nella missiva indirizzata al Presidente della Regione – né bando, né disciplinari prevedono una reale strategia di diminuzione dell’uso dei presidi chimici di sintesi, con parametri misurabili in grado di certificare una graduale riduzione a vantaggio dell’ambiente e della salute pubblica. Fra i principi attivi ammessi destano particolare preoccupazione le sostanze ritenute dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ‘probabile cancerogeno per l’uomo’. Taluni pesticidi poi, essendo disponibili in formulati altamente volatili, possono provocare contaminazioni accidentali anche a notevoli distanze con pericolo per la salute degli abitanti dei terreni agricoli e danni per le stesse aziende biologiche” – stigmatizza il Capogruppo.

“I disciplinari, inoltre, contengono un lungo elenco di principi attivi che sono stati esclusi dalle principali catene della grande distribuzione europea. Serve dunque un’attenta riflessione da parte del vertice della Regione sulle reali compatibilità ambientali e sociali del sistema di produzione agricola ‘integrata’, prima che siano messe in atto misure di aiuto economico. La produzione integrata – come sostengono le associazioni – deve davvero costituire un primo passo verso la conversione bio-ecologica dell’agricoltura calabrese che va ripensata prevedendo significative pratiche colturali nettamente alternative all’uso delle principali sostanze chimiche di sintesi. Allo stesso modo – evidenzia Alessandro Nicolò – occorre che il finanziamento alle aziende agricole sia vincolato al conseguimento e alla garanzia di reali obiettivi di riduzione dell’uso della chimica di sintesi. Dovranno essere bandite le pratiche del diserbo con prodotti chimici di sintesi come dovrà estendersi la proibizione dell’uso di diserbanti e di insetticidi chimici di sintesi nella pulizia e nella disinfestazione delle strade e delle aree pubbliche su tutto il territorio regionale. Processi che – rilancia – dovranno vedere coinvolti produttori, tecnici e consumatori, nonché le rispettive organizzazioni di rappresentanza”.

“Al presidente Oliverio – conclude Alessandro Nicolò- chiediamo che su questi temi, fondamentali per la salute pubblica e per l’ambiente, venga avviato un confronto serio e responsabile, interpellando anche le organizzazioni mediche e le associazioni agrobiologiche ed ambientaliste”.

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