Riceviamo e pubblichiamo
“Veniamo a conoscenza di un inquietante episodio, verificatosi sulla tratta ferroviaria Roma-Reggio Calabria. Alla Stazione di Salerno, per una personale iniziativa di un medico del 118, sono stati controllati dei passeggeri provenienti dal nord che avevano fatto cambio a Roma, di cui ben 9 presentavano tosse e febbre, per cui venivano tutti concentrati in un unico vagone, dopo che probabilmente, ove positivi al covid-19, avevano gia contagiato altri passeggeri. “ E’ quanto afferma il presidente di “Reggio Spazio Libero”, Nino Spezzano- che prosegue –
Questa leggerezza e superficialita’ da parte di chi e’ preposto ai controlli, richiede , da parte delle autorita’ competenti, a mali estremi, estremi rimedi. Ovvero, una eventuale chiusura all’ingresso in Calabria dei collegamenti e dei trasporti ordinari, se non per casi assolutamente eccezionali, permettendo il transito solo delle merci, come gia’ approvato dal ministro dei trasporti su richiesta della Regione Sicilia, mantenendo i collegamenti minimi essenziali, con un treno al giorno verso la capitale, controllando tutti i varchi autostradali da e verso la Calabria.
In particolare , nella citta’ di Reggio Calabria si controlli ogni accesso, in una sorta di quarantena globale, , si inaspriscano le sanzioni, per chi non osservi le disposizioni rigorosamente. Altrimenti, non ha senso la chiusura dell’ aeroporto per contrastare gli ingressi numericamente inferiori a tutti gli altri mezzi di trasporto, e cmq. vitale per la rinascita economica nel dopo virus, per il rilancio a tutti i livelli, del territorio.
Altresi’, la citta’ metropolitana, provveda all’ acquisto e alla fornitura rapida di un congruo numero di mascherine del tipo FFP3 , da distribuire alla popolazione che ne e’ sprovvista, nonche’ ad affiancare e sostenere le autorita’ sanitarie, per quanto possibile, nell’ incremento dei tamponi, con delle unita’ mobili-ove possibile- che eseguano i prelievi durante i controlli stradali, incentivi al max i posti letto ospedalieri, e richieda la presenza di una nave ospedale militare di stanza nel porto di Reggio Calabria.
Come gia ha messo in luce il prof. Sergio Romagnani, a seguito di uno studio,
in cui e’ stato eseguito il tampone per la ricerca del Covid-19 a tutti gli abitanti del paese di Vò ed è stato dimostrato che la grande maggioranza delle persone che si infetta, tra il 50 e il 75%, è completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio. A Vò infatti con l’isolamento dei soggetti infettati il numero totale dei malati è scesa da 88 a 7 (almeno 10 volte meno) nel giro di 7-10 giorni. Quello che è anche più interessante e in parte sorprendente, è stata anche la dimostrazione che l’isolamento dei contagiati (sintomatici o non sintomatici) non solo risultava capace di proteggere dal contagio altre persone, ma appariva in grado di proteggere anche dalla evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati perché il tasso di guarigione nei pazienti infettati, se isolati, era nel 60% dei casi pari a soli 8 giorni .
Questi dati forniscono due informazioni importantissime:
1) la percentuale delle persone infette, anche se asintomatiche, nella popolazione è altissima e rappresenta la maggioranza dei casi soprattutto, ma non solo, tra i giovani;
2) l’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del virus e la gravità della malattia. Alla luce di questi dati straordinari, è evidente che le attuali politiche di contenimento del virus devono essere riviste. Risulta infatti assolutamente fondamentale per bloccare la diffusione del virus, identificare il più alto numero possibile di soggetti asintomatici che sono fonte importante della malattia e di identificarli il più precocemente possibile.
Sulla base dei dati ottenuti a Vò, è già iniziata in tutto il Veneto una “sorveglianza attiva massiva”, cioè si è deciso in quella regione di sottoporre a tampone tutti i lavoratori più esposti al contagio (medici, infermieri, forze di polizia, lavoratori costretti per il loro tipo di lavoro ad avere molti contatti inter-personali), anche se asintomatici, uno studio finanziato da un industriale veneto il cui nome è sconosciuto, allo scopo di scovare tutti gli individui infetti, anche se asintomatici, e quindi di isolarli come è stato fatto nello studio pilota di Vò.
La prima considerazione che scaturisce da questa esperienza è che l’attuale modalità nazionale e quindi anche della nostra regione di affrontare il problema della infezione da Covid-19 (fare tamponi solo alle persone sintomatiche) è l’opposto di quello che dovrebbe invece essere fatto. Infatti, adesso che il virus circola ampiamente non è più così importante fare il tampone ai soggetti sintomatici “.
Cosi conclude Nino Spezzano