Non solo Medma – Rosarno e l’epoca Medievale

95

Il territorio di Rosarno continua a far affiorare reperti archeologici di notevole rilevanza riferibili non solo all’età magnogreca ma anche medievale.

Ed è proprio di questo che si è discusso al museo archeologico di Medma durante un seguitissimo seminario dal titolo  “Rosarno Medievale: materiali e contesti” organizzato dalla mediateca “F. Foberti” e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. L’evento si inserisce nel ricco e variegato progetto “Media Agorà” elaborato dalla mediateca comunale e finanziato dalla Regione Calabria attraverso il Fondo Unico per la Cultura.

Dopo i saluti istituzionali dell’assessore Maria Domenica Naso la parola è passata al Responsabile del museo e del Parco Archeologico di Medma, Fabrizio Sudano, che ha voluto sottolineare il grande impegno della Soprintendenza per valorizzare il museo di Rosarno e la volontà di far conoscere sempre di più i tesori che scaturiscono dal sottosuolo della città.

La responsabile dalla mediateca, Carmen Lacquaniti, ha illustrato le fasi principali del progetto “Media Agorà”. Approssimandosi la scadenza della convenzione per la gestione del servizio di mediateca, ha inoltre ringraziato  la cittadinanza, le associazioni e le istituzioni (tra cui le varie amministrazioni comunali che hanno investito nella mediateca comunale,  la Soprintendenza e le scuole cittadine ) per il cammino intrapreso a partire dal 2000 quando a Rosarno era stata inaugurata la prima mediateca del progetto del Ministero dei Beni culturali “Mediateca 2000”. Esperienza che proprio in queste ultime settimane sta volgendo al termine.

L’archeologa Cristiana La Serra ha quindi affascinato il numeroso pubblico intervenuto con la relazione “Non solo Medma: Rosarno in epoca medievale. Contesti e materiali dagli scavi del centro urbano” che ha riguardato i reperti rinvenuti durante gli scavi effettuati nell’ambito del progetto di riqualificazione urbanistica denominato “Percorso della Memoria”, avviato nel 2007 e completato nel 2010.

“Il percorso della memoria”, nell’intenzione dell’amministrazione che l’ha progettato nel 2004, doveva servire ad  unire idealmente e fattivamente la Rosarno medievale del centro storico all’insediamento magnogreco di Pian delle Vigne, attraverso il recupero e  la valorizzazione dei percorsi più antichi e delle piazze principali. Durante quest’opera di riqualificazione urbana  sono stati eseguiti anche una serie di scavi sotto sorveglianza archeologica e con la consulenza dell’antropologa Cinzia Marra. Tra le scoperte più interessanti illustrate nel corso della serata, ricordiamo la fossa sepolcrale in Piazza Duomo con cinque scheletri sovrapposti e perfettamente conservati ( nel sito dove sorgeva la settecentesca Chiesa dell’Immacolata, demolita nel 1942 per ampliare la piazza); strutture murarie, riferibili ad abitazioni post-medievali, mentre sul Corso Garibaldi sono affiorate le tracce di una chiesa di cui è stata rivelato parzialmente l’abside. La memoria storica locale ha sempre ricordato in questa zona del paese l’esistenza di una chiesa dedicata a S. Maria di Pathmos. Nella stessa zona è stata scoperta ed indagata una zona cimiteriale, caratterizzata da oltre una ventina di inumati, in fosse terranee accavallate le une sulle altre. Alcuni di essi hanno riportato piccoli elementi in lega di bronzo, come una fibbia con ardiglione in ferro ed un ditale da cucito, altri anche se privi di qualsiasi elemento di corredo, presentavano una tegola deposta volontariamente a coprirne il viso Il seminario si è concluso con gli interventi degli studiosi di storia locale Giuseppe Lacquaniti, Ugo Verzì Borgese e Giuseppe Mazzù. 

Articolo precedente Cinquefrondi, programma natalizio
Articolo successivoMonitoraggio Aquila Reale: il Parco dell’Aspromonte presenta i primi risultati