Beni per 3 milioni sono stati confiscati a Francesco Antonio Rodà e Paolo Paltrinieri, ritenuti legati alla ‘ndrangheta, nell’ambito dell’inchiesta ‘I conti di Lavagna’, che nel 2016 aveva sgominato una ramificazione dell’organizzazione calabrese e lo scioglimento dell’amministrazione comunale di Lavagna. La squadra mobile di Genova ha confiscato 3 immobili commerciali a Lavagna (Genova) e a Sestri Levante (Genova); 5 appartamenti di cui uno nel centro di Milano, tre a Lavagna e uno nella “baia del silenzio” di Sestri Levante; 2 box a Milano e a Lavagna; 2 magazzini a Sestri Levante; un’impresa della ristorazione a Sestri Levante, una società di videolottery e una partecipazione in una società di scommesse a Lavagna, 5 auto, una ventina di rapporti bancari. La procura di Genova ha chiesto la condanna a oltre 120 anni di carcere per gli imputati e la sentenza è attesa per venerdì.
Dopo gli arresti (tra cui l’ex sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti e l’ex deputata Gabriella Mondello) il prefetto aveva sciolto il Comune per infiltrazioni mafiose. Per l’accusa, i politici avrebbero ottenuto i voti alle elezioni in cambio di appalti a esponenti delle famiglie Rodà e Nucera che reinvestivano i profitti in immobili e attività commerciali.(ANSA).