NUCERA LASINISTRA : tavolo permanente sul tema dell’abbattimento barriere architettoniche

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Il capogruppo de “La Sinistra” in Consiglio regionale Giovanni Nucera ha incontrato i rappresentanti FISH e FAND, “le sigle che raccolgono le maggiori associazioni in difesa delle istanze delle persone con disabilità. Con FISH e FAND – ha commentato –  sempre disponibili al confronto, è stato inaugurato un tavolo tecnico aperto e permanente sul tema dell’accessibilità e dell’abbattimento delle barriere architettoniche”. Il confronto con le associazioni è finalizzato alla stesura definitiva del progetto di legge recante “Disposizioni in materia di eliminazione delle barriere architettoniche” che presto sarà presentato dal consigliere regionale. Oltre a Nucera, alla riunione hanno partecipato l’avv. Angelo Marra (dottore di ricerca in diritto civile presso Università di Reggio Calabria e rappresentante FISH Calabria), Francesca Genovese (consigliere FISH), il dottor Maurizio Simone (presidente regionale FAND Calabria e vicepresidente provinciale FAND Cosenza), il professore Francesco Barillà (presidente della sezione provinciale FAND di Reggio Calabria) e l’architetto Antonio Labate (dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale). Aprendo l’incontro Nucera ha ricordato che i diritti delle persone “sono la stella polare del mio mandato consiliare, ad incominciare dalla battaglia sul reddito minimo e dalla battaglia per le energie rinnovabili. Ora – ha sottolineato –  con i fondi europei sbloccati, abbiamo il dovere di affrontare con serietà un’altra questione di civiltà, ovvero pensare a una Calabria in cui gli edifici sia pubblici che privati siano accessibili pienamente”. A tal proposito, Nucera ha chiesto “un’interlocuzione anche con l’assessore ai Lavori pubblici del comune di Reggio Calabria, Angela Marcianò”. Dal canto suo, l’avvocato Marra (FISH) ha chiesto che la Regione Calabria recepisca la Convenzione ONU sui diritti delle persone disabili del 2006. Questo porrebbe la nostra regione all’avanguardia, in un campo in continua ridefinizione e che ora ha raggiunto un equilibrio avanzato proprio con la citata convenzione. Affrontare la questione delle barriere architettoniche dal lato dei diritti umani ci fa capire quanto le barriere siano discriminanti e quanto sia necessario intervenire legislativamente su tale tema. L’accessibilità – ha aggiunto – non è solo un problema delle persone disabili, ma riguarda gli anziani, che ormai costituiscono una parte cospicua della nostra società, e tutti i cittadini che anche temporaneamente si trovano impossibilitati nei movimenti. Perciò bisogna abbandonare gli approcci settoriali legati alla patologia e spostare l’accento sulla qualità degli spazi e degli edifici. Un’accessibilità che sia legata quindi all’edificio e non alla persona che accede”. In tal senso, l’avv. Marra ha richiamato l’esempio dei bagni e dei mezzi pubblici, i quali dovrebbero essere tutti accessibili. Sono necessarie, a tal fine, regole valide sia per i nuovi che per i vecchi edifici, che adottino come unico criterio di valutazione proprio l’accessibilità. Un sistema che abbia come obbiettivo la piena indipendenza dei cittadini disabili e preveda una verifica periodica degli edifici in cui siano coinvolte anche le associazioni di coloro che in prima persona vivono la questione delle barriere architettoniche”. Il dott. Maurizio Simone (FAND) ha ribadito “l’urgenza di recepire a livello regionale la convenzione ONU, in quanto già riconosciuta dall’UE e rilevante dal punto di vista dei fondi europei utilizzabili in materia. Bisogna partire dai diritti anche per il tema delle barriere, per evitare tutte le forme di discriminazione diretta o indiretta. Infatti – ha chiarito – manca nella progettazione edilizia e urbanistica, la sensibilità nei confronti dell’accessibilità”. Su quest’ultimo aspetto si è soffermato anche l’architetto Antonio Labate (dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale) che ha indicato come possibile soluzione la cosiddetta ‘Progettazione universale’, ovvero “la progettazione e realizzazione di prodotti, ambienti, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La ‘Progettazione universale’, tuttavia, non esclude dispositivi di ausilio per particolari gruppi di persone con disabilità, ove siano necessari”. 

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