In occasione del 2 aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo il mondo si tinge di blu per illuminare e rafforzare la sensibilità e la coscienza di ognuno di noi nei confronti dell’autismo. Tale ricorrenza non deve essere caratterizzata solo ed esclusivamente da bellissime parole, dalla quantità di articoli, di numeri, tutto ciò non serve a garantire a tutti noi una convivenza sociale in perfetta simbiosi con l’altro volto della normalità ossia la specialità che regna e sfuma i volti dei bambini autistici. Il rispetto della persona e la lotta incessante ad ogni forma embrionale di discriminazione, rappresentano quel varco di luce nel mondo di questi ragazzi, non compresi da una società invisibile ai loro occhi. La loro solitudine non scaturisce dalla percezione di un mondo lontano anni luce dal nostro, sicché, in ogni fortezza nella quale sia stato aperto un varco di luce e portata la vita, contribuisce a sviluppare la crescita e la qualità di vita di tutti noi. L’autismo non ha solo valenza patologica,e soprattutto, non è un problema che riguarda solo le famiglie ed il singolo soggetto. L’autismo diventa malattia incurabile quando la specialità viene scambiata come totale fattore di emarginazione e ghettizzazione. Troppi terapeuti e pochi uomini di cuore, troppi fili spinati e tanti ostacoli sociali continuano a rendere la vita del disabile un incubo senza luce. L’essenza della civiltà europea sembra aver smarrito il suo senso di esistenza, più che “uniti nella diversità”, siamo più’ soli ed in balia di una società liquida di valori, sola e triste. Nonostante le ricerche e i passi in avanti compiuti dalla scienza medica il lavoro è in itinere forgiando e producendo i semi della vita . La legge sulla diagnosi, la cura e l’abilitazione delle persone con problemi dello spettro autistico e sull’assistenza alle famiglie, forgiano una realtà meno dura da accettare, perché come spesso accade non tutti i bambini autistici sono fortunati ad avere accanto una famiglia che si prende cura di essi ; spesso il ricevere le cure può venire sospeso per il semplice motivo che la famiglia dinanzi ad una diagnosi si autoconvince che il figlio non abbia alcun problema e che il medico sia solo un pazzo, che non ha idea di quello che dice. Genitori, mi riferisco soprattutto a voi che quotidianamente vi sentite abbandonati e lasciati soli da una società politica basata sul “do ut facias” e sganciata dai veri problemi sociali, siate i riflettori e le colonne per i vostri figli, affinché non diventino cittadini invisibili, ma protagonisti della loro specialità
Dott.Maria Domenica Minutolo-Associazione Adda