l Presidente della Regione Mario Oliverio, intervenendo ad una manifestazione pubblica promossa dal Pd a Cinquefrondi, ha detto:“Di fronte alla grave crisi che vive la Calabria, la situazione che ho trovato alla Regione è ancor più drammatica di quanto immaginassi”.
“Faccio solo alcuni esempi –ha detto il Governatore della Calabria- per meglio illustrare ciò che intendo dire. Rispetto al Programma 2007-2013 dei fondi europei è stato registrato un fallimento clamoroso. Sulle risorse provenienti dall’Europa, la Calabria ha impegnato solo 800 milioni di euro. Entro la fine dell’anno dovremmo utilizzare un miliardo e duecento milioni di euro, molto di più di quello che è stato speso in sette anni. Un’operazione impossibile, ma noi stiamo lavorando perché queste risorse rimangano in Calabria. Il nuovo programma 2014-2020 non era stato nemmeno inoltrato alla Commissione Europea, ma per fortuna siamo intervenuti per tempo, anche se il ritardo ci farà perdere un anno. Abbiamo messo mano nella pletora degli enti sub regionali che hanno macinato risorse senza produrre ricchezze. Mi riferisco alle cosiddette società in house. Una giungla! Basti pensare che a “Calabria Etica” dal 1 ottobre al 20 novembre 2014, a pochi giorni dalle elezioni, sono stati sottoscritti 480 contratti senza che sia mai stato pubblicato alcun avviso, alcuna manifestazione pubblica. Nel governo di queste strutture c’è stata la spregiudicatezza più assoluta. Per troppi anni la parola diritti è stata abolita, dimenticata”.
“Ora -ha aggiunto Oliverio- bisogna cambiare rotta. La parola d’ordine deve essere bonificare, affermare legalità e trasparenza. La Calabria non si salva se non si libera dalle pratiche del passato.
Non deve più accadere che 380 progetti giacciano per quattro anni nei cassetti della Regione senza essere esaminati, bloccando investimenti consistenti. Chi ha la responsabilità di dirigere un assessorato non può girare la testa o far finta di nulla, ma deve assumere responsabilità, altrimenti verrà sostituito o fatto ruotare. Non deve mai più capitare che, rispetto ad un Accordo di Programma Quadro sottoscritto con il ministero all’Ambiente per la lotta al dissesto idrogeologico dopo cinque anni su 200 milioni di euro se ne spendano solo 30. Così come non può e non deve capitare che i malati di questa regione facciano ricorso all’esterno anche per patologie che non richiedono alte specialità. Mai più deve accadere che un servizio di eccellenza come il progetto “Cuore” di Reggio Calabria, realizzato con strumentazione all’avanguardia, dopo quattro anno non sia stato ancora messo in funzione, mentre continuano ad aumentare i calabresi che vanno fuori dalla Calabria per patologie cardiache che costano alla Regione 40 milioni di euro all’anno e solo alla provincia di Rc 10 milioni di euro!. Così come non è possibile che ai “Riuniti” di Reggio Calabria c’è una PET pronta per essere utilizzata che resta tuttora non attiva, mentre i calabresi sono costretti a sottostare a lunghe liste d’attesa di sei mesi o ad emigrare con i conseguenti costi economici e i disagi che tutto questo comporta“.
“Di fronte di questa situazione –ha concluso Oliverio- avevamo chiesto la nomina di commissario non per gestire potere, ma nel pieno rispetto di quanto previsto dalla legge. La nostra battaglia,pacata e argomentata, è stata dettata dalla convinzione che la sanità debba essere oggetto di un governo non burocratico, che ponga al centro della sua azione il bisogno di tutela della salute, la riorganizzazione dei servizi, che tagli gli sprechi e il malaffare che ruota intorno a questo importante settore. E’ andata come andata. Ora chiediamo al nuovo Commissario che entro il 31 dicembre si creino i presupposti per chiudere definitivamente la gestione commissariale. La Calabria ha bisogno di diventare una regione “normale”.