Riceviamo e pubblichiamo
E’ sotto gli occhi di tutti come le condizioni lavorative ed economiche dei poliziotti stiano raggiungendo livelli sempre più insostenibili.
Da tempo, noi Organizzazioni Sindacali della Polizia di Stato – contrariamente all’assordante silenzio del Ministro dell’Interno e del Dipartimento di P.S. oltre che delle istituzioni a livello locale, atteso che non sempre, secondo nostro avviso, sono state contemperate soluzioni migliorative delle condizioni di lavoro degli agenti di Polizia che operano costantemente per garantire la sicurezza dei cittadini – denunciamo alle Istituzioni e all’opinione pubblica il progressivo deterioramento e l’acuto disagio professionale del personale.
Tra l’altro, non si può non notare che, all’elevato numero di problematiche rimaste irrisolte, si siano aggiunte e si stiano aggiungendo nuove e delicate questioni che minano e mortificano in maniera, oltremodo pesante, l’attività lavorativa di tutti gli operatori di polizia.
Sono anni, infatti, che denunciamo il profondo stato di malessere dovuto al prolungamento di un blocco stipendiale che dura ormai da troppo tempo e che, lentamente, ha impoverito un’intera categoria di lavoratori, svilendo le retribuzioni e danneggiando le nostre famiglie.
A ciò, si aggiunge la consapevolezza di lavorare in contesti operativi sempre più difficili, con mezzi obsoleti e insicuri e in strutture fatiscenti che spesso minano persino la dignità degli operatori.
Non si può sottacere che anni di spending review e blocco del turn over abbiano prodotto una compressione del corpo innalzando l’età media che mette a rischio i livelli di efficienza dei servizi di sicurezza e di mantenimento dell’ordine pubblico, tenuto conto che la nostra mission è rivolta ai cittadini ed è destinata alla tutela delle istituzioni democratiche.
A ciò si aggiungano problematiche vecchie e nuove come la paventata chiusura di oltre 260 presidi di Polizia e, recentemente, la possibilità di chiusura di 80 Questure su 106; e ancora, la mancanza di una normale progressione di carriera attraverso i concorsi, l’allarmante assenza di strategia sulla sicurezza che prevede uno smodato ricorso a pratiche emergenziali, come la gestione dei fenomeni di immigrazione e come l’approccio all’ordine pubblico e, in ultimo, ma non per importanza, i recenti testi del Decreto legge sulla riforma della P.A. licenziato dall’ultimo Consiglio dei Ministri che omologano il Comparto Sicurezza, per la sola parte relativa ai “doveri”, ai lavoratori del Pubblico Impiego, senza tener conto della nostra “specificità” prevista dalla legge 187 del 2010.
Per tutto questo, per molto altro e per il silenzio della nostra Amministrazione, diciamo BASTA.
Alla luce di quanto sta avvenendo, anche nella provincia di Reggio Calabria, come è già in corso in altri capoluoghi, finché non riceveremo risposte rapide ed esaustive dal Governo, le scriventi Organizzazioni Sindacali, a livello periferico, in maniera rigida ed unitaria, NON concederanno più DEROGHE SUGLI ORARI DI SERVIZIO, con effetto immediato, nonché la contrattualizzazione della reperibilità.
Sappiamo bene che si tratta di una decisione dura, ma essa è assolutamente necessaria ed è in linea con le mancate risposte ai lavoratori della sicurezza e ai cittadini che ogni giorno chiedono più sicurezza.
La decisione assunta rappresenta inoltre solo il primo passo di una nuova e più incisiva fase di lotta sindacale che chiede immediatamente nuove strategie e un reale investimento per la sicurezza di ognuno di noi.