Vi sono anche indagati della Piana di Rosarno e Gioia Tauro oltre a politici, imprenditori, giornalisti ed ex appartenenti alle forze dell’ordine tra le persone arrestate nell’ambito dell’Operazione Emilia, che ha coinvolto oltre 163 persone tra Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Calabria e Sicilia, ed accusate a vario titolo dei reati di estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti e di associazione a delinquere di stampo mafioso. I nomi degli arrestati della Piana nell’Operazione Aemilia sono: Domenico Amato 34 anni di Taurianova; Francesco Amato di Rosarno; Alfredo Amato, Vincenzo Ferrari e Rocco Tedesco di Palmi e Gabriele Valerioti di Cinquefrondi.
Nel corso delle indagini nelle quali è stato ricostruito l’insediamento, la struttura, le modalità operative, le strategie e le attività dell’associazione mafiosa a partire dal giugno 1982 (data in cui giunge in Emilia, in seguito a un provvedimento di sorveglianza speciale che gli imponeva il soggiorno obbligato, DRAGONE Antonio, capo mafia calabrese proveniente dalla provincia di Crotone), gli inquirenti hanno avuto modo di accertare come nella parte occidentale dell’Emilia operi da oltre un ventennio una cellula ndranghetista di derivazione cutrese che, attraverso un processo di progressiva emancipazione rispetto alla cosca, ha guadagnato in autonomia e autorevolezza sul piano economico-finanziario, mantenendo sostanzialmente inalterata la cifra della propria capacità di intimidazione, e peraltro adeguata al mutato ordine delle cose.
Secondo gli inquirenti ai capi promotori dell’associazione ndranghetistica sgominata in Emila spetterebbe ciascuno una zona di competenza: Sarcone Nicolino – zona di Reggio Emilia; Bolognino Michele – zona Parma e bassa reggiana; Diletto Alfonso – zona bassa reggiana; Lamanna Francesco – zona Piacenza; Gualtieri Antonio – zona Piacenza e Reggio Emilia e Villirillo Romolo come collegamento tra tutte le zone.
Nell’Operazione Aemilia vi sono anche due politici coinvolti, Bernini Giovanni Paolo, Presidente del Consiglio Comunale di Parma e Pagliani Giuseppe capogruppo PDL nel consiglio Provinciale di Reggio Emilia e di vice-coordinatore vicario provinciale del PDL.
Diversi anche i rappresentanti delle forze dell’Ordine arrestati, Cianflone Antonio – ex Ispettore della Polizia di Stato di Catanzaro, Matacera Francesco, Mesiano Domenico, già autista del Questore di Reggio Emilia accusato di associazione mafiosa e minacce alla giornalista Sabrina Pignedoli del “Resto del Carlino”, Salpietro Domenico, ex carabiniere di Reggio Emilia, Cavedo Maurizio – ex Sovraintendente Polstrada Cremona, Luppezza Alessandro, ex carabiniere Reggio Emilia e Canizzo Mario anch’egli ex carabiniere .
Per il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti si è trattato di un’azione storica contro la mafia nord “Un intervento che non esito a definire storico, senza precedenti. Imponente e decisivo per il contrasto giudiziario alla mafia al nord, non ricordo a memoria – conclude il Procuratore – un intervento di questo tipo per il contrasto a un’organizzazione criminale forte e monolitica e profondamente infiltrata”.