Antonio Filippone, indagato nella vasta operazione Arma Cunctis, ha nei giorni scorsi lasciato il carcere di Arghillà per aver ottenuto gli arresti domiciliari. Lo ha disposto il GIP di Reggio Calabria che ha accolto l’istanza di sostituzione misura presentata dagli avvocati Giuseppe Calderazzo del foro di Locri e Pasquale Loiacono del foro di Palmi, difensori del 52enne di Antonimina, piccolo centro della Locride. Il GIP distrettuale ha recepito le argomentazioni difensive ove è stato ampiamente evidenziato come sebbene al signor Filippone viene contestato il coinvolgimento ad un sodalizio criminoso dedito al narcotraffico e quindi dedito alla coltivazione e alla successiva commercializzazione di sostanza stupefacente del tipo marijuana con il ruolo di partecipe, la massima esigenza cautelare in carcere non risulta più necessaria atteso che le condotte contestate risalgono ad oltre quattro anni prima dell’intervento cautelare e che in ogni caso l’attività investigativa sopravvenuta non ha restituito alcun elemento sintomatico di una possibile protrazione della condotta. Da qui la decisione del GIP di Reggio Calabria di accogliere la richiesta formulata dai difensori ovvero di sostituire la massima misura carceraria con quella degli arresti domiciliari.
Operazione “Arma Cunctis” Concessi i domiciliari ad Antonio Filippone
Nelle prossime settimane gli avvocati Calderazzo e Loiacono discuteranno la posizione del Filippone dinanzi alla Corte di Cassazione.