Sedici persone sono state arrestate questa mattina alle prime luci dell’alba dai finanzieri del Gico di Firenze nelle province di Reggio Calabria, Bologna, Alessandria, Palermo, Modena, Parma, Genova, Milano e Pavia, collegate alle cosche di ndrangheta degli Avignone di Taurianova e dei Paviglianiti di San Lorenzo in provincia di Reggio Calabria.
Gli arrestati, su richiesta della procura diretta da Giuseppe Creazzo sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga, con l’aggravante della metodologia mafiosa.
L’operazione Gufo 2013 in particolare ha avuto modo di monitorare il traffico di stupefacenti e scoprire come la cocaina veniva occultata all’interno di doppifondi ricavati in container con carichi di copertura (banane) o nascosta in blocchi di marmo. I carichi partivano dai porti di Callao in Perù e di Guayaquil in Ecuador per arrivare poi ai porti Italiani di Genova e Gioia Tauro (RC), dove in quattro distinti interventi, sono stati sequestrati 280 kg di cocaina purissima che, una volta immessa sul mercato dello spaccio, avrebbe fruttato oltre 43 milioni di euro.
Gli inquirenti hanno altresì scoperto l’intreccio dei rapporti di affari illeciti tra gli Avignone ed affiliati alla “ndrina dei Paviglianiti”, che costituivano un ottimo e collaudato canale di rifornimento di cocaina per gli Avignone. Nel corso delle indagini, infatti, sarebbe emersa una nuova organizzazione criminale, composta prevalentemente da soggetti di origine calabrese, attraverso una fitta rete di contatti con trafficanti sudamericani (sia in Italia sia all’estero) che era capace di far arrivare regolarmente ingenti quantitativi di cocaina in Italia.
Oltre agli arresti, in esecuzione dell’operazione Gufo 2013 sono stati sottoposti a sequestro anche beni immobili e mobili 5 fabbricati, 5 autoveicoli, 1 motociclo, 2 ditte individuali e diverse partecipazioni societarie, per un importo complessivo di circa 2 milioni di euro.