Operazione Mandamento: Aligi Pasquale non è un mafioso

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Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria, in accoglimento dell’istanza di riesame proposta  dall’Avv. Mario Santambrogio nell’interesse di ALIGI Pasquale, di anni 50, nato e residente a S. Ilario dello Ionio, ha revocato l’Ordinanza di Custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di RC, con riferimento al delitto di associazione mafiosa; riguardo ai rimanenti reati di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, gli ha concesso il beneficio degli arresti domiciliari.

 Aligi era stato arrestato a seguito della recente operazione di polizia denominata in codice “Op Mandamento”, condotta dalla DDA di RC che aveva portato all’emissione di una misura cautelare in carcere nei confronti di 110 personaggi ritenuti appartenenti ad una serie di cosche mafiose operanti sul territorio ionico della provincia di Reggio Calabria.

In particolare, ad Aligi Pasquale, l’accusa contestava l’adesione alla locale di S. Ilario dello Ionio, nonché i delitti di favoreggiamento personale e procurata inosservanza nei confronti di Trimboli Rocco, catturato nel mese di aprile del 2102 in quanto ricercato per l’esecuzione di una condanna ad associazione mafiosa emessa dalla Corte di Appello di Torino.

 A sostegno delle accuse contestate, l’occ aveva utilizzato una serie d’intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché le dichiarazioni rese da tre collaboratori di giustizia.

Innanzi al Tribunale della libertà in composizione feriale, l’avv. Mario Santambrogio ha energicamente contestato l’insussistenza degli elementi costitutivi del delitto di associazione mafiosa nei riguardi del suo assistito, facendo rilevare la superficialità della motivazione dell’ordinanza custodiale nella parte in cui quest’ultima aveva conferito alto valore indiziante ad una serie di elementi che, a parere del difensore, non erano neppure sufficienti per giustificare una misura di prevenzione.

 A tal proposito, l’avv. Mario Santambrogio, richiamando puntuali sentenze della Suprema Corte di Cassazione, rilevava l’inconferenza delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia in quanto non erano accompagnate dai necessari riscontri utili ad individuare lo specifico oggetto degli incontri ed il ruolo che l’Aligi avrebbe ricoperto in seno all’associazione mafiosa di ritenuta appartenenza; quanto, invece, alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, l’avv. Santambrogio ha richiamato la recente giurisprudenza che impone al giudice di utilizzare il contenuto delle intercettazioni soltanto nel caso in cui esse siano chiare e decifrabili.

Il Tribunale della libertà, condividendo integralmente le osservazioni difensive in ordine al delitto di associazione mafiosa, ha disposto l’annullamento della relativa misura cautelare; quanto, invece, ai rimanenti delitti di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena nei confronti del latitante Trimboli Rocco, gli ha concesso il beneficio degli arresti domiciliari presso la sua abitazione di S. Ilario.

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