Operazione Mauser, i dettagli sul traffico di stupefacenti e la figura centrale di Cacciola Giovanbattista

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 Le indagini sono state condotte su un nutrito gruppo di soggetti, via via individuati nel corso delle indagini, articolatosi ed organizzatosi in forma associata. Il centro di “interessi” principale del sodalizio criminale va individuato certamente in Rosarno – luogo di consumazione del reato associativo – in quanto residenza di CACCIOLA Giovanbattista, principale protagonista dell’intera vicenda criminale, promotore ed organizzatore dell’associazione e soprattutto poiché luogo in cui veniva organizzato il traffico – unitamente a CURMACE Mercurio e CURMACE Girolama – e smistato lo stupefacente proveniente dal nord Europa per la successiva distribuzione.

 L’attività investigativa ha portato alla luce importanti elementi a carico di CURMACE Girolama alias “‘Mommina” residente in Germania, dove gestiva una pizzeria (la Locanda di Mina) e che viaggiava con sistematica frequenza tra la Calabria e la Germania avvalendosi, per il traffico di stupefacenti, oltre che del fratello Mercurio, anche di altri membri facenti parte dell’organizzazione, tutti residenti in Germania, che collaboravano con la stessa anche nella gestione delle attività commerciali a Dusseldorf.

 L’attività di indagine ha consentito di dimostrare come i promotori dell’associazione, i CACCIOLA, hanno gestito l’importazione di ingenti quantità di cocaina dall’estero attraverso basi logistiche in Germania ed in Francia grazie ad una efficace rete criminale, armata e ben organizzata. Le attività di intercettazioni e l’avvio della cooperazione con la polizia giudiziaria tedesca hanno permesso di comprendere che lo stupefacente veniva trasportato a Rosarno attraverso un consolidato sistema che veniva ripetuto con cadenza mensile e che prevedeva l’acquisto di sostanza stupefacente dall’Olanda, il successivo trasporto attraverso auto prese a noleggio, prima presso la base logistica in Germania e poi a Rosarno. Una volta capito il modus operandi è stato possibile effettuare attività di riscontro che hanno avuto esito positivo.

Il 13.08.2008, infatti, in Rosarno venivano sottoposti a perquisizione CURMACE Mercurio e la sorella Girolama, alla giuda di una Seat Leon noleggiata in Germania, al cui interno venivano rinvenuti, ben occultati all’interno di una cavità sottostante il paraurti posteriore, nr. 14 panetti dal peso complessivo di circa 15,7 kg., confezionati con cellophane e nastro isolante di colore nero, con all’interno cocaina.

Il 17.09.2008, ancora, veniva rinvenuto e sequestrato in Francia un nuovo carico di cocaina (circa 5 kg), ad opera della Polizia Francese nei confronti di due indagati.

Riassumendo, l’attività di indagine ha fatto emergere che la famiglia CACCIOLA gestisce in qualità di organizzatori e finanziatori il traffico di cocaina, che attraverso membri dei CURMACE – DE MARIA (base logistica) in Germania, acquistano mediante auto prese a noleggio lo stupefacente dal fornitore olandese BIART Marc Feren Claude, lo importano a Rosarno, che passa attraverso l’azienda denominata “Rosarnese” riconducibile ai CACCIOLA, per poi finire nel circuito della distribuzione.

 Gli indagati, per le loro comunicazioni, si avvalevano anche di impianti di telefonia pubblica sempre diversi o di schede GSM intestate a soggetti terzi non direttamente riferibili agli utilizzatori. Si è rilevato, inoltre, come le comunicazioni telefoniche avvenissero sempre in modo criptico ed utilizzando metafore difficilmente interpretabili se non attraverso alcuni riscontri oggettivi. Il contatto tra gli indagati, e comunque con i soggetti d’interesse coinvolti in qualche modo nei loro traffici, avveniva attraverso l’utilizzo di nomi di comodo e noti ad ognuno di loro, sia per indicarsi vicendevolmente, o per indicare terzi soggetti non partecipanti alla conversazione, o anche per segnalare all’interlocutore località prefissate per gli incontri, o tragitti da compiere.

Nonostante le precauzioni adottate, segno evidente della necessità di celare l’illiceità di condotte programmate ovvero in atto, i Carabinieri, attraverso un meticoloso e certosino lavoro di analisi, hanno puntualmente colto e verificato il reale contenuto delle conversazioni, risalendo esattamente ai diretti protagonisti dei fatti in esame, sì che ogni dubbio in proposito risulta fugato alla radice.

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