Rosarno (Reggio Calabria). Trapelano le prime indiscrezioni in merito agli arresti effettuati alle prime ore del mattino, dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, nei confronti di presunti affiliati delle cosche di ndrangheta Pesce e Bellocco di Rosarno.
In particolare, il provvedimento che ha portato al fermo di otto persone, scaturisce dagli esiti di due attività investigative svolte sul contesto mafioso della Piana di Gioia Tauro, sviluppate in due periodi differenti: il primo tra settembre 2012 e ottobre 2013 all’indirizzo del latitante Giuseppe Pesce cl. 1980, inteso Testuni, divenuto reggente dell’omonima cosca all’indomani della cattura, nell’agosto 2011, del fratello maggiore Francesco, mentre il secondo – quale prosecuzione – tra i mesi di gennaio e giugno 2014, in direzione del suocero Umberto Bellocco, classe 1937, e di altri appartenenti all’omonimo sodalizio, di cui l’anziano boss è il capo fondatore.
In particolare, il primo segmento di indagine ha principalmente mirato alla localizzazione e al rintraccio del latitante Giuseppe Pesce cl. 80, reggente dell’omonima famiglia mafiosa (del ramo Testuni), che si era sottratto all’esecuzione nel corso della c.d. operazione “All Inside”, conclusa dall’Arma reggina nel maggio 2010. L’intensificarsi della pressione investigativa soprattutto con il fermo di indiziato di delitto del PM tra i mesi di aprile e maggio 2013 della moglie Ilenia Bellocco (cl. ’69) e del presunto favoreggiatore Domenico Sibio (cl. ‘78), hanno indotto il latitante, il 15 maggio 2013, a costituirsi presso la Tenenza dei Carabinieri di Rosarno.
FOTO E NOMI ARRESTATI
La prosecuzione dell’attività ha invece consentito di accertare le complessive dinamiche associative sviluppatesi all’interno della società di Rosarno a seguito della scarcerazione dello storico boss Umberto Bellocco (cl. ’37), avvenuto nel mese di aprile 2014, dopo una detenzione durata oltre un ventennio.
È fin da subito emersa la dinamicità criminale di Umberto Bellocco, il quale collaborato dai più stretti sodali, la maggior parte appartenenti al medesimo contesto familiare, finalizzata alla riaffermazione della propria leadership, anche attraverso il ripristino di preesistenti relazioni con gli esponenti apicali di altre compagini mafiose e la riorganizzazione delle attività illecite della cosca sul territorio rosarnese.
A tale scopo peraltro è stato anche documentato come Bellocco e gli altri affiliati destinatari del medesimo provvedimento non solo avessero ampia disponibilità di armi, ma altresì come si siano attivati per reperirne altre, di maggiori micidialità.
Sono stati documentati, infine, gli interessi del sodalizio nel traffico di sostanze stupefacenti, nel cui ambito si inseriscono le convergenze investigative della Guardia di Finanza, che vedono coinvolto Umberto Emanuele Oliveri, nipote di Umberto Bellocco cl. 37, indicato dallo zio quale reggente degli interessi della potente cosca di ‘ndrangheta nei traffici illeciti all’interno del porto di Gioia Tauro.
A breve ulteriori dettagli e nomi degli arrestati.