Oppido Mameritina. Saro Mammoliti, ritenuto boss dell’omonima cosca che opera a Oppido Mamertina, si è reso latitante dopo una condanna a 13 anni e 10 mesi per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. L’uomo era ai domiciliari in una località protetta ma, quando i carabinieri di Tivoli sono andati ad eseguire il provvedimento del Tribunale di Reggio Calabria non lo hanno trovato. La fuga è stata confermata dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho.
La collaborazione di Saverio Mammoliti, risaliva al 1992 ed è considerata una delle più significative nella storia della ndrangheta, consiredata la sua posizione apilcale all’interno dell’associazione. Le dichiarazioni di Mammoliti sono state riscontrate in numerosi processi tra cui quello per la faida di Oppido Mamertina che ha portato alla condanna all’ergastolo del presunto boss Giuseppe Mazzagatti. Tra le altre sue, anche le dichiarazioni che hanno portato all’arresto nel 2008 dell’imprenditore e politico Salvatore Inzitari.
Mammoliti nel novembre del 2012 tornò in carcere quando fu arrestato dai carabinieri nell’ambito di un’operazione contro la cosca Mammoliti-Rugolo. Al boss veniva contestata una tentata estorsione alla cooperativa di Libera Terra Valle del Marro. In particolare, Mammoliti avrebbe cercato di imporre ai giovani di Libera di rinunciare ad acquisire dei terreni confiscati alla sua cosca. La cooperativa subì anche il taglio di 640 alberi ed il danneggiamento di alcuni mezzi. Subito dopo la condanna del 28 gennaio scorso Mammoliti si è dato alla fuga.
Non tutti, però, credettero ad un reale pentimento del boss che, nel novembre del 2012 tornò in carcere. Mammoliti, insieme al figlio Antonino ed al figlio illegittimo Danilo Carpinelli, fu arrestato dai carabinieri nell’ambito di un’operazione contro la cosca Mammoliti-Rugolo. Al boss veniva contestata una tentata estorsione alla cooperativa di Libera Terra Valle del Marro. In particolare, Mammoliti avrebbe cercato di imporre ai giovani di Libera di rinunciare ad acquisire dei terreni confiscati alla sua cosca. La cooperativa subì anche il taglio di 640 alberi ed il danneggiamento di alcuni mezzi.
Ritenuto un “pezzo da novanta” nel panorama ‘ndranghetistico, Piromalli aveva poi ottenuto gli arresti domiciliari in una località protetta. E dopo avere saputo l’esito del processo che lo vedeva imputato per quella estorsione, Mammoliti ha deciso di darsi alla fuga senza attendere l’arrivo dei carabinieri che adesso lo stanno cercando
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