L’annuncio della società Medcenter di voler attivare le procedure per un nuovo licenziamento di massa è sconcertante, nonostante due anni fa la stessa azienda ha proceduto a licenziamento collettivo di 377 operai, successivamente transitati nel “purgatorio” dell’agenzia portuale, che oggi aspettano di essere ricollocati presso la medesima (in maggior parte), grazie alle sentenze dei giudici della sezione lavoro di Palmi.
L’interminabile sfida tra i soci della società terminalista (per il controllo totale del terminal) che hanno scelto come campo di battaglia il porto di Gioia Tauro, sta arrecando danni enormi alla produttivà incidendo particolarmente sulle sorti dei lavoratori col pericolo imminente della perdita del posto di lavoro. Tutto ciò ha provocato da una parte i mancati investimenti dell’azienda MCT per il rinnovo di piazzali dissestati e mezzi obsoleti e dall’altra si vede l’unico armatore (MSC), nonché socio terminalista, che dirotta le proprie portacontenier in altri porti del Mediterraneo. I lavoratori portuali usati come spettatori di questi giochi industriali, peggio ancora come vittime da sacrificare.
Dopo due giorni di riunione presso la Prefettura di Reggio Calabria non c’è stato alcun accenno di intesa tra i soci litigiosi con la conferma da parte di MCT di continuare con l’intenzione di riduzione del personale.
Martedì prossimo presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti chiederemo di far rispettare le regole ai soci, il cui comportamento sta arrecando gravissimo nocumento solo ai lavoratori e bloccando di fatto la ripresa del Porto di Gioia Tauro.
Il sindacato OR.S.A. è al fianco degli operai portuali e darà battaglia fin quando non ci saranno fatti concreti per scongiurare il pericolo attuale della perdita di posti di lavoro.
Chiediamo investimenti e non licenziamenti.