Insulti, mortificazioni e violenze sessuali quotidiane. Tutto questo era costretta a subire una ragazza di Lamezia Terme affetta da un grave ritardo mentale. I responsabili di tutto questo erano la madre della giovane, R.E., 55 anni, e il suo convivente, S.E.G., 62, arrestati dai carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata.
L’indagine e’ stata condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, mediante l’impiego di un’equipe composta “ad hoc” che ha lavorato in sordina con attivita’ non invasive nei confronti della vittima e l’obiettivo unico di proteggere la stessa e liberarla dalla sua terribile situazione. Giornalmente, secondo i riscontri investigativi, la ragazza avrebbe subito ripetutamente insulti, mortificazioni della persona da parte della madre e del compagno di quest’ultima, consapevoli che la vittima non sarebbe stata creduta e che non avrebbe parlato a causa del suo handicap. In una intercettazione, i militari dell’Arma hanno anche sentito la giovane pronunciare la frase “non ce la faccio piu'” dopo l’ennesima violenza. Le indagini hanno evidenziato che la povera vittima veniva giornalmente e ripetutamente anche abusata sessualmente dall’uomo, con la piena consapevolezza della madre. Una attivita’ quotidiana, al punto che la stessa giovane la considerava ormai come fosse una cosa normale, una consuetudine, un gioco. Sempre nel corso dell’attivita’ sono stati riscontrati altri abusi che sono al vaglio di ulteriori approfondimenti. Le richieste e i riscontri raccolti nel corso del tempo sono stati pienamente condivisi ed accolti dall’autorita’ giudiziaria che, con apposita ordinanza, ha disposto per entrambi l’arresto. I due sono stati rinchiusi nelle case circondariali di Castrovillari e Vibo Valentia.
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