Riceviamo e pubblichiamo
L’ennesimo appello al Commissario Longo “ci faccia tornare a lavorare per la nostra terra la parte di Calabria che lavora, fuori gli o.s.s di Vibo in graduatoria attendono da anni.”
La Storia ancora continua e perdura ma la speranza e la voglia di arrivare al proprio traguardo in molti Calabresi residenti fuori Regione per lavoro non si ferma. L’annoso problema sanitario regionale calabrese è sempre attualità. Una realtà che viene riscontrata in ogni Azienda Sanitaria da Vibo V. a Reggio C, da Catanzaro a Cosenza via Crotone, presidi ospedalieri che arrancano proprio dalla base, i numeri sono più che alti e nelle corsie di ogni nosocomio di assistenza vera e propria non se ne riscontra. Sono molti i lavoratori che attendono ormai impazienti quella famosa convocazione dopo aver superato il concorso pubblico di O.s.s completato già da due anni, graduatoria pubblicata a settembre 2019 con 282 operatori idonei. Dai governi già passati M 5 e Lega si era raggiunto un obiettivo ben preciso di far rilanciare la Sanità Calabrese sempre sottopressione tra mal gestione e il malaffare ancora presente ad oggi con le soliteinfiltrazioni mafiose.Il Decreto Calabria e il Decreto bis ha indirizzato delle risorse economiche per potenziare il settore sanitario pubblico, ora stando ai fatti il fabbisogno non tende ad arginarsi e le corsie sono sempre restie di personale sanitario, sarebbe un ottimo momento, qualche settimana fa il riconoscimento nell’ “Area Sanitaria”fino ad ora lasciata nell’ ombra. A nome di tanti padri e madri e altri colleghi che causa forza maggiore, cioè la mancanza di un assunzione si ritrovano a svolgere la propria mansione fuori regione. Non credo si cerchi lo sbarco sulla Luna, credo sia un diritto poter lavorare e ad oggi ancor di più dove il disagio nelle varie realtà sanitarie della nostra Regione si manifesta in una maniera pesante se si pensa solo la chiusura di 18 ospedali e con dei livelli Lea che stentano ad arrivare al 50%.Credo che ci debba essere una sinergia di tutti per poter ricreare quello che negli anni e’ stato purtroppo distrutto.Quanto tempo ancora dobbiamo attendere, un cambio di mentalità pur ci dovrà essere non mi capacito a sapere che ci sia la possibilità di poter tornare alla terra d’ origine e dare quel piccolo contributo a far sì che ci si scrolli da dosso quell’ etichetta negativa, un fardello che pesa come un macigno.
Giuseppe Ierace
O.s.s