Padre e figlio gambizzati in un bar a Reggio Calabria, quattro arresti

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Al termine di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale reggino ha emesso un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di:

–          MALASPINA ALFREDO, disoccupato,

–          CHILÀ PASQUALE, operaio;

–          CICCIÙ DEMETRIO, operaio;

–          BURLACU OVIDIU IULIAN, operaio,

tutti accusati del reato di lesioni aggravate in concorso, nonché il Malaspina anche di  porto illegale di arma da fuoco.

Nello specifico, il 2 aprile 2015, il MALASPINA, con il volto travisato, al segnale convenuto con il CICCIÙ, il CHILÀ e il BURLACU, i quali, fingendosi avventori del bar, agevolavano l’ingresso e la successiva fuga del malfattore, si introduceva all’interno di un bar di Oliveto dove, brandendo una pistola cal. 7,65, esplodeva numerosi colpi di arma da fuoco all’indirizzo di padre e figlio, operai di Santa Venere, attingendoli agli arti inferiori. Le ferite cagionate venivano giudicate guaribili rispettivamente in 8 e 20 giorni, quest’ultimi saliti a 50 a seguito di sopravvenute complicazioni mediche.

L’attività investigativa condotta dalla Stazione di Rosario Valanidi unitamente ai colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia permetteva di addivenire, mediante l’attenta analisi delle immagine delle telecamere di sorveglianza presenti presso l’esercizio commerciale, all’identificazione dell’esecutore materiale del ferimento e all’individuazione dei tre complici, descrivendo il ruolo attivo assunto da ognuno di loro. Nello specifico, il CHILÀ, verso le ore 06.30 del 02 aprile 2015, dopo aver fatto ingresso nella sala antistante il bar, ne ispezionava velocemente l’interno per poi, appena entrati gli obiettivi oggetto dell’azione delittuosa, comunicare la loro presenza agli altri due gregari – CICCIU’ e BURLACU, i quali davano a loro volta il segnale di “via libera” al MALASPINA giunto il loco a bordo di una Fiat 500.

Dalla ricostruzione dei fatti, il movente del gesto è da ricondurre ad una barbara vendetta operata dal Malaspina per delle lesioni subite – 8 gg. prognosi – dal fratello convivente cl. 92, nel corso di una colluttazione scaturita tra quest’ultimo e i due congiunti, a seguito di un incidente stradale tra autovetture, avvenuto 15 giorni prima della gambizzazione in località Croce Valanidi.  

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella decorsa notte dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria i quali, al termine delle formalità di rito, hanno provveduto ad associare il MALASPINA presso la locale  Casa Circondariale di Aghillà, mentre i restanti tre sotto stati sottoposti agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina.

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