Curioso il caso affrontato dal Tribunale di Palmi, che dimostra come le difficoltà derivanti dall’integrazione tra diverse culture a volte richiedano notevoli sforzi ed un’attenzione maggiore verso i dettagli.
Una cittadina cinese, W. Q., veniva controllata unitamente ad altra connazionale, il cui cognome differiva per le sole tre lettere finali.
All’atto del controllo da parte delle Forze dell’Ordine, una delle due rifiutava di fornire le proprie generalità – che venivano accertate da successive verifiche – incorrendo nel reato di cui all’art. 651 c.p. (Rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale).
Ad essere deferita innanzi al Tribunale di Palmi, tuttavia era proprio la prima cittadina asiatica, la quale aveva regolarmente esibito il proprio documento; costei, difesa dall’Avv. Alida Saccà, riusciva a dimostrare la correttezza del proprio comportamento e l’errore nel quale erano incorsi i militari.
Ad esito dell’udienza del 6 luglio 2015 il Tribunale Monocratico di Palmi, sentite le conclusioni delle parti, in accoglimento delle richieste del legale assolveva W.Q. per non aver commesso il fatto, contestualmente trasmettendo gli atti in procura affinché si proceda nei confronti della persona corretta.