Dopo quasi tre dolorosi anni di operato, sono pochi, ormai, i cittadini che non hanno avuto modo di accertare concretamente l’incapacità e l’incompetenza di questa amministrazione.
Se appare assodato, infatti, il fallimento di questa squadra di governo in ordine tanto alla gestione ordinaria (si pensi, su tutto, allo stato pietoso delle nostre strade o al decoro urbano) quanto a quella straordinaria (quasi tutte le opere pubbliche versano in stato comatoso), è doveroso informare i nostri concittadini anche della vera e propria dannosità –in termini socio/politici/economici- di chi ci amministra.
Oggi, purtroppo, non dobbiamo tollerare soltanto una certa e non irrilevante approssimazione nella gestione della res pubblica, ma, ancor più grave, siamo e saremo costretti a subire le gravissime ripercussioni -anche in termini monetari- causate dalla superficialità di chi ci governa.
I nostri amministratori presenzialisti infatti, tra la consegna di una targa e una foto di gruppo, ci hanno fatto l’ennesimo “regalo”!
Troppo impegnati nelle attività appena descritte per accorgersi e quindi impedire con atti concreti e appositamente finalizzati, che la città di Palmi perdesse non solo la proprietà di un immobile sito nella centralissima Piazza Primo Maggio, casa Oliva, ma, ancora, ben 200.000 euro, si 200.000 euro, già versati a titolo di vitalizio alla benefattrice donante l’immobile.
Per dovere di chiarezza e precisione, cercando per quanto possibile di essere molto poco tecnici, è necessaria una brevissima parentesi sulla genesi di tutta la vicenda.
Nel 2003 la sig.ra Gemma Cordiano Oliva, madre della poetessa palmese Ermelinda, dona al Comune di Palmi –che accetta- la propria abitazione, subordinando però tale atto di liberalità, all’adempimento di alcuni oneri a carico del Comune.
Sostanzialmente l’Ente, per acquisire la proprietà di casa Oliva, avrebbe dovuto corrispondere un vitalizio di circa 2.000 euro mensili alla donante sig.ra Cordiano, nonché, entro due anni dalla morte della stessa, costituire un centro studi, intitolato alla figlia, proprio presso la medesima abitazione.
Bene, a distanza di diversi anni dalla morte della donante (dipartita nel Febbraio del 2009), seppur regolarmente ed ormai irrimediabilmente versato il vitalizio, il centro studi non ha mai visto la luce; con la conseguenza appunto, che tale inadempimento ci porterà, con ogni probabilità, a dover dire addio all’immobile in oggetto.
È di pochi giorni fa, infatti, la sentenza (sebbene di primo grado) con la quale viene lapalissianamente sancita la risoluzione della donazione per inadempimento degli oneri a carico del Comune di Palmi.
Senza fare ulteriori riferimenti giudiziali, il dato sconvolgente che da tutto ciò può trarsi è che di fatto, questa amministrazione -come pure la precedente- colpevolmente, non si è minimamente interessata della vicenda e nessun atto ha posto in essere al fine di tutelare gli interessi della collettività; neppure uno straccio di delibera!
E pensare che per cose molto più futili, o per altri tipi di interessi, spesso particolari, non si è esitato a convocare ripetuti consigli comunali…
Invero, se la precedente giunta Gaudio non ha istituito il centro studi, ma mai ha utilizzato la casa asserendone l’inagibilità, la giunta Barone, di contro, non solo non ha provveduto alla costituzione del centro studi, ma peggio, ha prima concesso il bene ad un’associazione palmese (senza peraltro che questa potesse mai fruirne materialmente), per poi utilizzare la struttura in questione per attività collegate all’evento Varia.
In ogni caso, la conseguenza ovvia, è che i cittadini di Palmi saranno costretti a subire una grave perdita dal punto di vista socio-culturale (casa Oliva non sarà più cosa pubblica), senza trascurare il danno meramente economico (oltre 200.000 euro già andati persi).
Il quadro appena illustrato, purtroppo, se per un verso lascia basiti, dall’altro deve imporre a tutti noi una seria riflessione:
Pensiamo ancora che questi signori possano continuare a disamministrare, arrecando, come in questo caso, danni irreparabili alla collettività ? Questo appena descritto, infatti, è solo l’ennesimo disastro di questa amministrazione, che senza mezzi termini può essere definita la peggiore di sempre!
È giunto il tempo in cui, anche e soprattutto nella pubblica amministrazione, politici e funzionari che sbagliano devono pagare!
Non è più ammissibile che i cittadini paghino, anche in termini pecuniari, per la incapacità di chi li amministra.
A tal proposito, ed in conclusione, annunciamo che non esiteremo ad intraprendere ogni iniziativa -consiliare ed extraconsiliare-, affinchè si possa addivenire o ad una qualche forma di riparazione -in extremis e quasi impossibile allo stato- del danno fatto, oppure, ove non vi si riuscisse, alla individuazione e responsabilizzazione dei colpevoli.
Firmato
I Consiglieri comunali: Giuseppe Ranuccio, Pasquale Frisina, Salvatore Boemi;
Con-senso Democratico.