La Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco ai patrimoni illecitamente acquisiti da parte di soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta.
È stata, infatti, data esecuzione a un provvedimento di confisca dal Tribunale – Sezione Misure di prevenzione di Reggio Calabria, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, effettuata sulla scorta dell’attività d’indagine della locale Squadra Mobile e dei conseguenti accertamenti di natura patrimoniale.
L’attività di spoliazione ha interessato numerosi beni riconducibili a Gramuglia Matteo cl. ‘53 e al figlio Vincenzo cl.’ 79, tratti in arresto in data 08/06/2010 in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione denominata “Cosa mia”, che ha coinvolto, tra gli altri, i maggiori esponenti delle ‘ndrine dei “Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano” di Palmi e quelle contrapposte dei “Bruzzise-Parrello”, operanti nella Frazione di Barritteri di Seminara, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, finalizzata al controllo e alla gestione degli appalti pubblici relativi ai lavori di ammodernamento del V macrolotto dell’autostrada A3, nel tratto compreso tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla.
In particolare Gramuglia Matteo, è stato condannato in primo grado dalla Corte di Assise di Palmi alla pena di anni 14, per aver preso parte all’associazione a delinquere di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “Parrello”.
Il figlio Vincenzo, invece, sempre in primo grado, è stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa.
Tuttavia, il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, con l’odierno provvedimento, ha ritenuto che Gramuglia Vincenzo, titolare della omonima ditta individuale e gestore della stessa unitamente al padre, con la propria condotta, abbia consapevolmente favorito la cosca “Parrello” nella realizzazione e nel perseguimento delle finalità di accaparramento illecite, condividendo e facendo proprie le logiche di indebita spartizione degli appalti e quelle di esercizio dell’attività con metodi tipicamente mafiosi.
Le indagini patrimoniali, condotte dal locale Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, hanno dimostrato la macroscopica sproporzione tra i redditi percepiti dai proposti e il patrimonio a loro direttamente o indirettamente riconducibile, frutto del reimpiego delle ingenti somme di danaro accumulate attraverso attività illecite.
Il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, accogliendo in toto le risultanze delle suddette investigazioni patrimoniali, ha disposto la confisca dei seguenti beni:
• n° 2 terreni, ubicati rispettivamente nei Comuni di Seminara (RC) e Bagnara Calabra (RC);
• n° 1 appartamento sito nel Comune di Taurianova (RC);
• patrimonio aziendale dell’Impresa Individuale “GRAMUGLIA Vincenzo”, con sede nel Comune di Seminara (RC), comprensivo dei conti correnti;
• n° 17 automezzi;
• n° 9 polizze assicurative.
Il valore del patrimonio confiscato ammonta complessivamente a circa 1.500.000,00 di euro.