Esaltare la figura di Saverio Strati, consegnando al Tempo e alla Comunità internazionale l’impronta culturale e l’Opera di uno Scrittore dell’Aspromonte.
Intenti, questi, posti alla base dell’azione del Parco Nazionale dell’Aspromonte e del Comune di Sant’Agata del Bianco, che hanno deciso di istituire, per la prima volta nella Storia, il “Premio Letterario Saverio Strati”.
La conferenza stampa di presentazione del Premio si è svolta nella sala consiliare del Comune di Sant’Agata del Bianco, alla presenza del Sindaco Domenico Stranieri, del Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino e degli Scrittori Gioacchino Criaco, Mimmo Gangemi e Palma Comandè.
Il Sindaco Stranieri, che ha introdotto i lavori, ha così motivato l’iniziativa: «Oggi non siamo qui per tenere un convegno o per annunziare l’evento di un giorno: siamo qui per gettare le basi di un progetto continuativo nel tempo, di un percorso che coinvolgerà le Istituzioni Accademiche e le espressioni Culturali del Territorio, la Comunità d’Aspromonte e le Scuole, e che oggi si realizza grazie anche all’impulso di Palma Comandè, nipote di Strati».
Tre saranno i momenti che caratterizzano il Progetto Culturale intorno alla figura dello Scrittore: il Festival di Letteratura e Musica “Stratificazioni”; la pubblicazione degli inediti di Strati, a cura di Palma Comandè; il Premio letterario “Saverio Strati”, che sarà istituito il 9 aprile per ricordare il giorno della scomparsa dello scrittore, avvenuta nel 2014.
Gioacchino Criaco ha evidenziato l’importanza degli intellettuali aspromontani, ribadendone la rilevanza soprattutto da un punto di vista antropologico: «È importante che non siano gli altri, venuti da lontano, a raccontare le nostre vicende. Strati merita di essere studiato e conosciuto. La sua biografia è il tratto della nostra gente, che ha subito troppi furti da parte della storia». Finalmente – aggiunge l’Autore de “La Maligredi” – si concretizza qualcosa di importante per uno scrittore dell’Aspromonte, ci hanno provato in tanti e per tanti anni, ma nessuno ci era ancora riuscito. Se il Premio letterario “Saverio Strati” si è concretizzato lo si deve alla volontà, partita dal basso, di uscire da quell’individualismo che era diventato il dramma di noi calabresi».
Anche lo scrittore Mimmo Gangemi si riallaccia a Criaco nel condannare le disattenzioni della storiografia rispetto al nostro territorio, ed evidenzia come sia irrinunciabile pubblicare l’inedito Diario di Strati che, in circa 3000 pagine, “racconta la nostra epoca e il 900 attraverso gli occhi di un grande scrittore. Mi auguro – ha concluso – che oltre al Premio nasca una Fondazione o un Parco letterario».
Palma Comandé, dal canto suo, sottolineando l’importanza che ebbe in ogni epoca la Cultura per il riscatto dei figli di molti contadini, ha rievocato i momenti dell’infanzia vissuti con lo zio, mostrando al pubblico la bozza inedita del romanzo di Strati “Tutta una Vita” che la Casa Editrice Mondadori rifiutò.
“Cultura è la parola che più di ogni altra spiega il senso della mia presenza – ha invece esordito il Presidente del Parco dell’Aspromonte Giuseppe Bombino. Una parola che sa piegarsi, curvarsi, distendersi, per unire la fatica terrestre al pensiero degli intellettuali, per richiamare la sapienza del contadino e l’istanza dell’erudito. E’ la Cultura che conferisce dignità a chi lavora la terra e a chi argomenta con la filosofia, perché nella Cultura – aggiunge Bombino – è il progetto di chi sa attendere i frutti o di chi anticipa le scoperte dell’Umanità. Cultura, quindi, non in senso elitario, ma come “sensibilità” di ascoltare e sentire, di raccontare e restituire con la Verità la Bellezza”.
Il Presidente del Parco ha ribadito l’importanza del Premio quale “occasione che non possiamo perdere: la politica non è capace di difenderci dalla menzogna, poiché non è “sensibile”, è distante dagli intellettuali e non li ha chiamati a raccolta”, esortando la gente della nostra terra a cercare la propria Dignità: «Alzate una Croce, sollevate un simbolo e le comunità si metteranno in cammino. È questo che stiamo cercando di fare per l’Aspromonte: innalzare un Simbolo di Dignità, attraverso il riconoscimento della Nostra Cultura. Vogliamo essere presenti – ha concluso Giuseppe Bombino- , apparire alla storia e restare nella storia per ciò che siamo veramente. E se molti non l’hanno compreso è perché hanno voluto alterare questo vocabolario, hanno voluto prendere di una storia plurimillenaria solo gli ultimi quarant’anni”.