PCI: Criminalità e prove palliative di Zes al Porto di Gioia Tauro

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Riceviamo e pubblichiamo

Si torna nuovamente a parlare del Porto di Gioia Tauro, ma stavolta per una operazione della Guardia di Finanza contro la criminalità, un leit motive che potrebbe essere caro a chi, eventualmente, avrebbe interesse a screditare questo scalo per distruggerlo. Tuttavia, è evidente che la Zona Economica Speciale, impostata in maniera “poco seria” e senza un adeguamento infrastrutturale, non faccia altro che favorire  il saccheggio di risorse pubbliche. Crediamo che la probabile nascita della Zes nell’area portuale gioiese, infatti, così per come si sta lavorando, non porti a nulla di serio se non alla possibilità di perpetrare altre truffe. Si, perché la si sta programmando con molta sufficienza solo per dare un contentino dopo i licenziamenti dei mesi scorsi effettuati con l’avallo delle istituzioni pubbliche. Infatti i documenti tanto pubblicizzati dalla Regione Calabria altro non fanno che determinare le aree della Zes includendo, tra l’altro, un’area sulla quale insiste un contenzioso legale tra la Regione e l’Autorità Portuale e dunque dove nessuno può investire finché non si risolva la cosa. Inoltre, come abbiamo già denunciato, la Zes non può funzionare se non si adegua la mobilità fra queste aree e le realtà produttive della Calabria. Su questo argomento si rinvia al piano strategico predisposto dalla Regione ma che prevede tempi di realizzazione atavici e forse non del tutto sufficienti. Come per lo snodo ferroviario che, da Rosarno in poi, andrebbe adeguato alle esigenze dei treni che andranno ad effettuare quella tratta per giungere al Porto. E a proposito di snodo ferroviario, una parte di questo, pare, dovrà essere costruito sull’area interessata dal contenzioso legale! Purtroppo, alla luce di ciò, riteniamo che la Zes a Gioia Tauro, così per come si presenta sarà solo l’ennesimo regalo ai padroni, ai costruttori, a speculatori di ogni sorta, alla criminalità organizzata che fa il bello e il cattivo tempo nella nostra regione. Purtroppo è una realtà appurata che i padroni, non solo in Calabria ma in tutta Italia, sono sempre pronti a mettere in atto vergognosi ricatti occupazionali, a rivendicare incentivi statali, sgravi fiscali e altre regalie pagate con i soldi della collettività, in primis dei lavoratori.

Pertanto chiamiamo tutti i lavoratori, i disoccupati, i giovani delle classi popolari a lottare per la Nazionalizzazio sotto controllo operaio del porto, unica soluzione ai licenziamenti e allo sfruttamento dilagante. Inoltre riteniamo fondamentale che si effettuino investimenti veri, capaci di creare occupazione stabile e garantita, non finanziamenti a fondo perduto che riempino  ancora una volta le tasche di grandi imprese e parassiti!

 

Partito Comunista Calabria

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