Pizzo (Vibo Valentia). Beni per circa due milioni di euro sono stati sequestrati dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo Valentia che hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro preventivo – ex art. 321 c.p.p. – emessi dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di un soggetto amministratore unico di una società di Pizzo (VV), operante nel settore dei cantieri navali. L’attività trae origine da una precedente complessa ed articolata verifica fiscale ai fini delle imposte dirette e dell’IVA a conclusione della quale sono state accertate numerose violazioni di carattere amministrativo e penale. Le Fiamme Gialle vibonesi hanno controllato un arco temporale che va dal 2009 al 2013 recuperando a tassazione in materia di imposte sui redditi oltre 3.000.000,00 € ed in materia di I.V.A. oltre 200.000,00 €.
Nella circostanza, il legale rappresentante della società è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria competente per il reato previsto dall’art. 4 del D.Lgs. n. 74/2000 (dichiarazione infedele) e dall’art. 5 del medesimo D.Lgs. (omessa dichiarazione).
Tali indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno permesso di acquisire elementi di prova tali da indurre il G.I.P. ad emettere i decreti di sequestro preventivo di cui all’art. 321 c.p.p., finalizzati alla confisca di cui all’art. 322 ter c.p., anche con formula per equivalente sui beni nella disponibilità dell’indagato.
Si specifica che lo strumento del sequestro finalizzato alla confisca per equivalente per i reati in materia fiscale, introdotto dalla Legge Finanziaria per l’anno 2008 (legge 24.12.2007 n. 244 art. 1 comma 143, entrata in vigore 1° gennaio 2008) consente – nell’impossibilità di individuare e dunque confiscare i beni che sono il prezzo e/o profitto di tali reati – di aggredire somme di denaro, beni e/o altre utilità di valore corrispondente.