Consta di nove articoli la proposta di legge del consigliere regionale Mauro D’Acri (Oliverio Presidente) per la tutela e la valorizzazione del patrimonio agro-tessile calabrese, ad incentivo delle attività di filiera, tra cultura, tradizione, innovazione e ricerca.
Depositato presso gli Uffici della Segreteria d’Assemblea, il testo normativo – che “segue il primo contributo offerto dalla legge n. 15 del 2002 – è diretto a salvaguardare, promuovere e valorizzare il patrimonio e le risorse agro-tessili calabresi che hanno una forte valenza identitaria, anche in termini di conservazione della memoria storica, per tramandare alle generazioni future, un bagaglio secolare di conoscenze ed esperienze. Nell’articolato si parla delle fibre naturali tradizionali del territorio calabrese, quali: seta, lana, ginestra, lino, canapa e cotone”.
Obiettivo del provvedimento – spiega D’Acri – “avviare e sostenere un nuovo percorso di rilancio integrato – in un’ottica di sostenibilità sociale e culturale – che attraverso la previsione di interventi pluri-ambito e pluri-fondo, attribuisca maggiore concretezza alla possibilità di sviluppo dell’intera filiera agro-tessile e dei suoi sottoprodotti. Dunque, un veicolo di innovazione e progresso socio-economico, per le PMI locali – già in essere o da costituire – che asseconda le reali vocazioni del territorio regionale”.
Secondo D’Acri: “La valorizzazione delle fibre naturali tradizionali, e quindi del patrimonio tessile, può essere garantita attraverso la reintroduzione colturale delle specie da fibra ed il recupero delle antiche tradizioni agricole e dei saperi che, indubbiamente, garantiscono l’utilizzo sostenibile del territorio e la tutela dell’ambiente, soprattutto in termini di rispetto delle risorse naturali e culturali locali. I riflessi attesi dall’attuazione della legge non investono solo la sfera strettamente agricola, ma si irradiano in diversi ambiti, quale volano per lo sviluppo e il rilancio delle economie locali, attraverso la promozione del manifatturiero e del turismo, nonché di altri ambiti, profit e no profit, con positive ricadute in termini di rafforzamento della coesione sociale nelle aree interne, di sviluppo e benessere sociale e di miglioramento della qualità della vita delle comunità, intese come un unico Eco Sistema complesso”.
Ad avviso del consigliere regionale D’Acri: “è indispensabile l’integrazione di più azioni di intervento che, attraverso un approccio innovativo – anche sotto l’aspetto metodologico-comunicativo – dispieghino effetti positivi nelle diverse fasi della filiera: nella pianificazione e strutturazione del sistema colturale e nei processi di produzione e lavorazione; nei modelli organizzativi e nei sistemi di conduzione aziendale; nella valorizzazione di prodotti, sottoprodotti; nell’adozione di misure di qualificazione e certificazione dei processi e dei prodotti; nella proposizione di azioni di marketing orientate a proporre nei mercati regionale, nazionale ed estero, produzioni di nicchia che si distinguano per qualità e innovazione; nella qualificazione e nello scambio reciproco di competenze e saperi; nei processi di ricambio generazionale e di professionalizzazione delle competenze formative; nell’adozione di pratiche e relazioni in materia di agricoltura sociale, di inclusione sociale e welfare; nella tutela dell’ambiente e del paesaggio e nei sistemi locali di presidio del territorio e per la ripresa delle aree interne; nella fruizione turistico-culturale delle risorse rurali e locali. Lo strumento individuato – conclude Mauro D’Acri – è quello della progettazione integrata, basato sull’istituzione di una rete partenariale di filiera, con forme di cooperazione e concertazione fra soggetti di varia natura, e ambiti di azione diversi, che consentano di dare risposte certe e immediate ai fabbisogni di ricerca, innovazione e scambio di know how”.