Continua a rivelarsi efficace e proficuo l’approccio alla prevenzione agli incendi boschivi attuato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. La “formula” messa a punto per la difesa del patrimonio forestale e della biodiversità dell’Area Protetta prevede, difatti, il coinvolgimento delle Associazioni di Volontariato e Protezione Civile, dei Pastori, degli Allevatori e dei Coltivatori diretti, la cui opera integra il sistema inter-istituzionale già operativo in materia di incendi boschivi.
Ai pastori in particolare, è stata affidata la interpretazione inedita del ruolo di “eco-pastore” e di “custode della natura aspromontana”.
Anche nella stagione estiva appena conclusa, nonostante una situazione drammatica sia a livello nazionale, sia regionale, il sistema Antincendi Boschivi del Parco Nazionale dell’Aspromonte ha funzionato. Meno dell’1% (circa 500 ettari) del territorio del Parco è stato interessato da incendi, tutti, comunque, sviluppatisi al di fuori dell’Area Protetta.
Numeri, nonostante tutto, confortanti se paragonati ai dati catastrofici che hanno caratterizzato questo “annus horribilis” in Italia: con 25 mila ettari di “Zone a Protezione Speciale” e 22.500 ettari di “Siti di Importanza Comunitaria” andati in fiamme.
Il report è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa svoltasi presso il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, alla presenza del Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, del Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino, del Rettore dell’Università Mediterranea Pasquale Catanoso, del Direttore del Dipartimento di Agraria, Giuseppe Zimbalatti, del Funzionario del Comando Provinciale Vigili del Fuoco Emilio Collini e dei rappresentanti del Comando Territoriale dei Carabinieri per l’Ambiente e di Azienda Calabria Verde.
“I risultati presentati danno ragione ad un “esempio” virtuoso: rispetto a valori dei quadrienni precedenti, negli ultimi quattro anni abbiamo registrato un abbattimento del numero degli incendi e di superficie percorsi fino a due ordini di grandezza. Una “trama intelligente” – ha spiegato il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Giuseppe Bombino – per la salvaguardia di un patrimonio ambientale e naturalistico di inestimabile valore. Il coinvolgimento delle Associazioni di Protezione Civile, dei Coltivatori e dei Pastori (coinvolti mediante avvisi ad evidenzia pubblica) ci ha permesso di rafforzare la nostra azione di tutela sul territorio dell’Area Protetta; il nostro auspicio – ha concluso Bombino – è quello di perfezionare il modello anche al fine di una sua estensione nei territori al di fuori dell’Area Protetta”.
L’Ente Parco ha voluto coinvolgere il mondo Accademico proprio per evidenziare la rilevanza culturale, formativa e sociale di un fenomeno, quello degli incendi boschivi, che esige sinergie Istituzionali e approcci multidisciplinari che, tra l’altro, caratterizzano l’offerta formativa e le attività di ricerca del Corso di Laurea in Scienze Forestali e Ambientali.
Proprio in questo contesto, dopo la Conferenza Stampa, si è svolto l’importante Seminario dal titolo “Incendi Boschivi e Sicurezza del Territorio: Cause, conseguenze e possibili rimedi”, promosso dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte in collaborazione con il Dipartimento di AGRARIA dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e con l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Reggio Calabria. Dopo l’introduzione ai lavori del Direttore Giuseppe Zimbalatti; le relazioni sono state affidate a Sergio Tralongo (Direttore Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte), e ai docenti del Dipartimento Agraria Pasquale Marziliano, Demetrio Zema e Paolo Porto, che hanno argomentato sui rapporti di causa-effetto, con particolare riferimento alle conseguenze sulla sicurezza del territorio, che caratterizzano gli incendi boschivi.