Un caso di presunta malasanità si sarebbe consumato domenica 21 agosto presso l’ospedale di Locri, dove un 47enne Gianfranco Callipari è deceduto dopo un intervento chirurgico alla mano destra, per ricollegare i tre tendini danneggiati in seguito alla caduta di un tubo di acciaio precipitatogli sulla mano. Dopo il decesso sono partite due indagini parallele, una richiesta dalla famiglia e alla quale stanno lavorando in piena sinergia i Carabinieri del Gruppo di Locri e il sostituto procuratore Toscano che ha scritto nel registro degli indagati i quattro medici che hanno avuto contatti con Callipari. La seconda invece è stata predisposta dal commissario dell’Asp Reggina e affidata all’ufficio “Rischio Clinico” diretto dalla Dott.ssa Delfino. L’ autopsiia effettuata martedì sera dall’equipe medico-legale nominata dal sostituto Procuratore Vincenzo Toscano e costituita dal medico-legale Pistininzi, dall’anatomopatologo Lio , dal cardiologo Vetrano e dal perito medico legale Barbaro, ha rivelato l’esito, a stroncare la vita dell’uomo non è stato un infarto improvviso come inizialmente si supponeva. Il Sindaco di Locri nei giorni scorsi aveva espresso le sue riflessioni in merito all’accaduto, attraverso una lettera aperta:
“Purtroppo, ancora una volta, nella nostra struttura sanitaria siamo davanti all’ennesimo presunto caso di malasanità. Il numero dei danni irreparabili alla vita dei cittadini e nei casi più gravi delle conseguenti morti, negli ultimi anni sembra assumere le connotazioni di un “bollettino di guerra. Questa volta, in circostanze strane, è morto un giovane padre di famiglia ed oggi è necessario conoscere in tempi brevi la verità.
E’ indispensabile fare chiarezza sulla morte dello sfortunato cittadino locrese Gianfranco Callipari avvenuta domenica sera presso l’Ospedale di Locri a seguito di un banale incidente domestico, con la conseguente lesione di un tendine alla mano destra.Le prime indiscrezioni sull’autopsia – diffuse da alcuni autorevoli organi di stampa – sembrerebbero escludere la morte a causa di un improvviso arresto cardiaco, così come invece era stato inizialmente ipotizzato.E allora, perché è morto Gianfranco? perché un giovane di 47 anni entra in Ospedale con un semplice codice verde e muore a distanza di qualche ora?Si è trattato di una tragica fatalità o Gianfranco deve essere a tutti gli effetti considerato una vittima di malasanità?Se invece di stare diverse ore presso l’Ospedale di Locri in attesa che qualcuno si occupasse del suo problema, se fosse stata fata una diagnosi più approfondita, o se, addirittura, fosse stato accompagnato dai familiari a Reggio Calabria o a Polistena, oggi Gianfranco sarebbe ancora vivo?Sono questi gli interrogativi che angosciano i disperati familiari e turbano la mente di tutti i cittadini.In passato è capitato ad altri, oggi è successo a Gianfranco, e domani? Potrebbe capitare a chiunque senza distinzione tra ricchi e poveri, potenti o non potenti.
Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma pretendiamo di conoscere la verità in tempi brevi. E se qualcuno ha sbagliato, se qualcuno verrà individuato quale responsabile della morte di Gianfranco Callipari, allora per rispetto della sua memoria ed a tutela dell’intera collettività,il responsabile di tale morte dovrà essere allontanato dal nosocomio locrideo.
Stando a quanto riferito dai familiari sull’accaduto è dir poco raccapricciante. Se tutto ciò dovesse trovare conferma nell’indagine avviata dalla magistratura – in seguito a denuncia dei familiari stessi – allora sembrerebbe, usare il condizionale è d’obbligo, che Gianfranco potrebbe essere rimasto vittima non solo degli evidenti ritardi e criticità di cui soffre oggi l’Ospedale della Locride, ma anche dell’incapacità e della superficialità di chi lo avrebbe sottoposto alle cure, le cui conseguenze sono state la morte nel giro di poche ore.
Tutto ciò dovrà essere attestato dalle competenti Autorità in tempi celeri ed il Comune di Locri è pronto a costituirsi parte civile nel caso in cui venisse accertato un caso di malasanità ed individuati i responsabili della morte dello sventurato giovane.
Ma è giusto morire a quarantasette anni a causa di un banale incidente domestico? Si possono lasciare due bambini orfani di padre ed una moglie vedovaper incapacità o negligenza?
E’ accettabile tutto ciò?
Quali sono i provvedimenti che l’Azienda Sanitaria Provinciale intende prendere davanti a tale ennesimo episodio?
I risultati dell’indagine interna promossa dal Commissario Brancati ed affidata all’ufficio “Rischio Clinico” diretto dalla Dott.ssa Delfino, porteranno a degli immediati e concreti risultati, nonché concreti provvedimenti, o si tratterà solo ed esclusivamente di semplice atto dovuto per mettersi in pace con la propria coscienza? Perché l’Ufficio “Rischio Clinico” non viene a verificare la drammatiche condizioni in cui sono costretti a lavorare il personale dell’Ospedale Locrideo, con conseguenze e rischi per l’intera collettività’?
In attesa che si sappia la verità su questa nuova anomala morte avvenuta presso la nostra struttura sanitaria, continuiamo a lottare per pretendere una Sanità adeguata.
Nel corso dell’ultimo decennio abbiamo assistito increduli all’inesorabile declino di una delle più importanti e qualificate strutture sanitarie calabresi con eccellenti medici la cui professionalità è stata mortificata da aberranti e sconclusionate scelte strategiche aziendali, che hanno visto riduzione di personale e nessun investimento in strutture ed attrezzature tecnologicamente avanzate.
Oggi, ancora una volta, e questa volta con le lacrime agli occhi pensando ad un giovane morto per presunte cause derivanti dal disservizio sanitario, ed a quei due bambini che non vedranno più il loro genitore tornare a casa e che probabilmente cresceranno con un sentimento di disprezzo verso l’Ospedale di Locri, rivolgiamo l’ennesimo appello ai Commissari Scura e Brancati ed al Presidente Oliverio a fare presto, a non rimanere indifferenti davanti a quanto accaduto, a mantenere gli impegni presi per ridare dignità alla struttura ospedaliera a fare in modo che domani non debba esserci un altro padre di famiglia che senza motivo non torni più a casa dopo aver varcato la soglia dell’Ospedale della Locride”.