Conferma della condanna di primo grado ad un anno e quattro mesi di reclusione per abuso d’ufficio.
È la richiesta fatta dal procuratore generale, Walter Ignazitto, rappresentante della pubblica accusa nel processo d’appello a carico del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, di 39 anni, del Partito democratico, imputato di abuso d’ufficio ed attualmente sospeso in applicazione della legge Severino.
L’accusa contestata a Falcomatà riguarda i presunti illeciti, risalenti al 2015, nella procedura di affidamento dell’immobile di proprietà del Comune che un tempo ospitava l’albergo “Miramare” all’associazione “Il sottoscala”, riconducibile all’imprenditore Paolo Zagarella.
L’affidamento dell’immobile, secondo l’accusa, avrebbe rappresentato una contropartita per la concessione da parte di Zagarella a titolo gratuito a Falcomatà di alcuni locali per ospitare la sua segreteria elettorale nel corso della campagna elettorale per le amministrative del 2014.
Falcomatà, nel processo conclusosi nel 2021, quando era al suo secondo mandato da sindaco, fu condannato per abuso d’ufficio ed assolto dal reato di falso.
Insieme al primo cittadino furono condannati ad un anno di reclusione, anche loro per abuso d’ufficio, con pena sospesa per tutti, gli assessori che componevano la sua Giunta, Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti. Per tutti, come per Falcomatà, scattò la sospensione per un anno e mezzo. Nello stesso processo, inoltre, furono condannati, sempre ad un anno, il segretario comunale dell’epoca, Giovanna Antonia Acquaviva; l’ex dirigente del settore “Servizi alle imprese e sviluppo economico” del Comune, Maria Luisa Spanò, e lo stesso Zagarella.
Il pg Ignazitto ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado anche per i coimputati di Falcomatà .
Il processo riprenderà il 18 ottobre, giorno in cui inizieranno le arringhe dei difensori degli imputati.