Profughi a Gioia Tauro i cittadini denunciano: situazione di totale abbandono

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«È una situazione di totale abbandono», così commentano le condizioni in cui versano i profughi che da mercoledì scorso sono accampati nella palestra della scuola media “Campanella” i volontari della Protezione civile “Aquile” di Gioia Tauro, i soli ad essere rimasti sul posto insieme con i volontari dell’associazione “Alaga” che si occupano di fornire e servire pasti caldi. A sei giorni dall’arrivo dei 103 migranti, oggi una decina di meno in quanto alcuni si sono volontariamente allontanati non facendo più ritorno nella palestra, la situazione che emerge dalle parole di chi si trova a vivere in prima persona l’emergenza appare preoccupante. Per i primi tre giorni la palestra è stata un centro di accoglienza, sul posto si trovavano stabilmente pattuglie delle forze dell’ordine e l’ambulanza della Croce rossa, ma adesso è un accampamento arrangiato che durerà fino a quando la situazione non si sbloccherà. «Le soluzioni ora sono due – spiega la Protezione civile – o vengono trasferiti in un’altra struttura perché qui non ci sono assolutamente le condizioni per prolungare questo accampamento, oppure aspettiamo che uno ad uno si allontanino spontaneamente, cosa che non faranno perché non hanno alcuna garanzia o possibilità di miglioramento delle loro condizioni». I 94 profughi rimasti a Gioia Tauro vivono così da sei giorni in condizioni precarie, in una palestra con soli due servizi, assistiti da pochi volontari e dalla solidarietà dei cittadini gioiesi che forniscono abiti, cibo, prodotti per l’igiene personale. «Questi giovani sopravvivono solo grazie alla solidarietà generale perché le istituzioni sono al momento assenti, non c’è neppure più una pattuglia di controllo nella zona», commentano alcuni residenti del posto. Solidali per quanto possono procurando il necessario a questi ospiti che vivono accanto a loro, di fronte alle loro case, iniziano però a preoccuparsi per le condizioni igieniche e sanitarie visto che molti di loro stanno accusando diversi malesseri e non vengono assistiti e curati a sufficienza. Alcuni residenti hanno promosso una raccolta firme per una lettera da presentare ai commissari che reggono il comune di Gioia Tauro. «Intendiamo precisare fermamente che non si tratta di razzismo visto che aiutiamo i volontari nell’assistenza – sottolineano – ma di un appello per la risoluzione di questa situazione di emergenza, soprattutto ad un mese dalla riapertura della scuola che frequentano i nostri figli». Di seguito la lettera che verrà presentata ai commissari.

RAFFAELLA CARUSO

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