“Falcomatà e tutta la sua Giunta paghino di tasca propria gli errori fatti in tema di smaltimento rifiuti che adesso stanno tentando di scaricare sulle spalle dei cittadini”. Gli attivisti del meetup Reggio 5 Stelle, insieme alla parlamentare reggina Federica Dieni, hanno trascinato l’amministrazione comunale di fronte alla Corte dei Conti, chiedendo che sindaco e Giunta siano chiamati a risarcire la città per il danno arrecato inserendo oneri e costi non dovuti per la Tari. Per i pentastellati “si tratta di milioni di euro letteralmente scippati ai cittadini ignari di quanto sta accadendo, che nello specifico si riferiscono alla voce “Quota anno parte 2013 e anni 2008 e retro. Tale credito si riferisce infatti alle passività pregresse dovute alla vergognosa gestione della raccolta rifiuti effettuata nel corso di questi ultimi anni da parte delle Amministrazioni Comunali che si sono susseguite”. Ma allo stesso tempo – si legge nell’esposto presentato alla Corte dei Conti – “i firmatari vogliono rappresentare la scarsa virtuosità nella gestione della raccolta differenziata da parte del medesimo Ente locale, connessa in particolare al mancato raggiungimento delle percentuali minime stabilite dalla legge, con conseguente aumento del costo del servizio e della relativa tassazione a carico dei cittadini residenti». A detta dei pentastellati, il problema parte dal periodo di gestione prefettizia seguito allo scioglimento per contiguità mafiose dell’amministrazione, quando nel Pef sono stati contabilizzati anche € 5.172.944,49 per ilCosto Trattamento e Smaltimento RSU. Un abuso – spiegano i Cinque Stelle – perché “il costo deve risultare oggettivamente finalizzato alla gestione del servizio di igiene urbana o delle altre attività dirette all’applicazione della tariffa all’utenza e non ad altri scopi”. Per questo motivo, sostengono i pentastellati “L’impressione è queste spese siano state inserite in bilancio solo per reperire le risorse necessarie per coprire il costo “precostituito” di € 39.476.148,75, per evitare – come in realtà doveroso – di contabilizzarle come debito, esponendo l’amministrazione a un sicuro default”. Questa impostazione – aggiungono gli attivisti del meetup Reggio 5 Stelle – “è stata ratificata da Falcomatà e dalla sua Giunta, che hanno riproposto tale somma nel piano finanziario approvato con delibera di Giunta n. 117 del 27 Luglio 2015, costringendo tutti, morosi e adempienti, a ripianare un debito relativo all’anno 2013 e agli anni 2008 e precedenti, in violazione del principio legislativo e regolamentare secondo cui la tassa sui rifiuti deve coprire esclusivamente i costi del relativo servizio. Nel piano finanziario attuale, con l’inserimento illecito di tali somme a debito non si fa altro che moltiplicare il potenziale attivo”. Un trucchetto – spiegano i pentastellati – «che da margine all’amministrazione per manovrare ed evitare un’inevitabile procedura di dissesto, ma che tocca ai cittadini pagare”. In più – aggiungono – la scelta “prudenziale” del Comune di Reggio Calabria di prevedere una percentuale annua di raccolta differenziata pari solo al 23% ha causato un aumento dei costi di trattamento e smaltimento rifiuti, nello specifico della tariffa di smaltimento rifiuti(TSR)da corrispondere alla Regione Calabria, di € 1.314.720,00. “Visti i miseri risultati in tema di differenziata anche per il 2015, con costi di gestione molto elevati a cui facevano da contraltare le predette basse percentuali, assolutamente non in linea con le disposizioni normative nazionali e regionali, la nuova Amministrazione, post commissariale, avrebbe dovuto e potuto attuare una politica sulla differenziata più sostenibile, quantomeno per evitare la citata penale regionale. Sarebbe stato sufficiente un maggior impegno in tale direzione, prefissando di conseguenza l’obbiettivo annuo almeno al 25% di differenziata per il 2015. Percentuale che, rispetto al 23% previsto nel piano finanziario, non avrebbe pregiudicato la “prudenzialità” quale criterio di scelta dell’Amministrazione, anzi alzando gli obbiettivi di due soli punti percentuali si sarebbe scongiurato, come detto, l’aumento di costo della TSR di € 1.314.720,00, ovvero l’aumento tariffario regionale”. Sono questi gli elementi che i pentastellati hanno portato all’attenzione della Corte dei Conti, cui – affermano – “ ci rivolgiamo con fiducia per vagliare la congruenza e la verità dell’operato della Giunta che in meno di un anno di vita nulla ha fatto per distinguersi, nei modi e nei metodi discussione, da quelle che l’hanno preceduta”.
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