Sono definitive le condanne per l’omicidio di Fortunata Fortugno, avvenuto il 16 marzo 2018 nella periferia nord di Reggio Calabria, vicino al torrente Gallico dove la donna si era appartata con l’amante Demetrio Lo Giudice, ritenuto dalla Dda un esponente di spicco della cosca Tegano.
La Cassazione ha confermato la sentenza emessa nel novembre 2021 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria che aveva condannato Paolo Chindemi a 18 anni di carcere per l’omicidio e per associazione mafiosa.
Solo di quest’ultimo reato rispondevano gli altri tre imputati: Ettore Corrado Bilardi (14 anni e 8 mesi di reclusione), Santo Pellegrino (11 anni e 8 mesi) e Pietro Pellicanò (12 anni e 8 mesi). Anche per loro la Suprema Corte ha confermato la sentenza di secondo grado rigettando i ricorsi presentati dagli avvocati.
Chindemi e gli altri imputati, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali sostenute dai familiari di Fortunata Fortugno e dallo stesso Demetrio Lo Giudice che si sono costituiti parte civile.
Era già definitiva, invece, la condanna a 7 anni di carcere inflitta al collaboratore di giustizia Mario Chindemi che ai pm della Dda di Reggio Calabria aveva spiegato che l’obiettivo dell’agguato era quello di rubare l’auto di Lo Giudice che poi sarebbe servita per altre azioni criminali. In sostanza, stando alla ricostruzione della Procura, la donna è stata colpita alla testa con un colpo di pistola sparato da un uomo che ha tentato di uccidere anche Demetrio Lo Giudice il quale, nonostante sia stato ferito a un braccio, è riuscito a mettere in moto il Suv raggiungendo l’ospedale dove Fortunata Fortugno poi è morta.