“A me dispiace dirlo, questo signor Messina Denaro, questo che fa il latitante, questo si sente di comandare, ma non si interessa di noi”. “Questo fa i pali della luce – aggiunge riferendosi al business dell’energia eolica in cui Messina Denaro è coinvolto – ci farebbe più figura se se la mettesse in c… la luce”. E’ quanto dice l’ex numero uno di cosa nostra il 16 novembre 2013 al detenuto Alberto Lorusso, capomafia della Sacra corona unita, durante l’ora d’aria.
Nella conversazione intercettata, e depositata agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia emergono altresì dettagli inquietanti su un attentato al pm di Palermo Nino Di Matteo “E allora organizziamo questa cosa! Facciamola grossa e dico non ne parliamo più”, “Ti farei diventare il primo tonno, il tonno buono”, minaccia. “Questo pm mi sta facendo uscire pazzo”, aggiungendo “Non devo avere pietà di questi” – “L’ultimo se mi riesce sarà più grosso… se mi ci metto con una bella compagnia di anatroccoli. Così chi peschiamo, peschiamo e non se ne parla più”, dice ancora il superboss a Lorusso. Il capomafia simula il suono di un’esplosione e aggiunge: “Non devo avere pietà di questi, come loro non hanno pietà”.
Infine, Riina stesso ricorda il suo passato sanguinario ironizzando persino sulla morte del giudice Rocco Chinnici “Quello là saluta e se ne saliva nei palazzi. Ma che disgraziato sei, saluti e te ne sali nei palazzi. Minchia e poi è sceso, disgraziato, il Procuratore Generale di Palermo”, concludendo lapidario “Per un paio d’anni mi sono divertito. Minchia che gli ho combinato”.